Cesare Maldini: «Tra scandali e scommesse tutto è cambiato»

6 Feb 2012 20:07 - di

Cesare Maldini, una vita tra rossonero e azzurro. Domenica scorsa il tecnico ha compiuto 80 anni, tre quarti dei quali sono stati vissuti nel mondo del calcio. Per apprezzare a pieno l’impronta indelebile che ha lasciato, basti pensare che la sua vita è legata a doppio filo con la storia del club più vincente al mondo. Il 22 maggio del 1963 non solo vinse la prima Coppa dei Campioni del Milan, ma portò per la prima volta il trofeo internazionale più importante in Italia. Ai Diavoli non dedicò solo gran parte della propria vita di calciatore e dirigente, ma regalò loro anche un figlio che sarebbe stato fondamentale per i successi ottenuti nell’era Berlusconi. E nelle giovanili rossonere cresce già la terza generazione di una famiglia così gloriosa. Dal 1986 al 2001 è stato allenatore prima della Nazionale Under 21 e poi di quella maggiore. Dopo una breve parentesi alla guida del Milan, è stato l’anno successivo ct del Paraguay.

Si dice spesso che il mondo del pallone non è più quello di una volta: in cosa è effettivamente cambiato questo sport?

Il calcio è diventato più veloce, più tattico e attento, più complesso insomma. Questo è il progresso che vive questa disciplina, e riguarda in generale tutta la vita dell’uomo. Il calcio è solo un aspetto della vita. Dato che tutta la nostra esistenza si evolve, cambia e viene trasformata dal progresso, di conseguenza anche il calcio va incontro a delle metamorfosi.

Un uomo come lei che ha dedicato gran parte della vita al football ricoprendo vari ruoli, come si spiega il comportamento di quei giocatori che truccano le partite?

Non so come commentare tali azioni. Disapprovo nella maniera più assoluta. Non riesco a comprendere come si possa fare questo tipo di cose rovinando l’immagine di sé costruita con tanto sforzo e distruggendosi la carriera. È una cosa bruttissima e molto triste. Non bisognerebbe nemmeno pensare di farla una cosa così. Ovviamente dispiace per i tifosi e per le società che vengono ingannati da questi giocatori. Personalmente credo che sia ancora più triste per chi trucca le partite. Sono loro che si rovinano la vita. Questa è autodistruzione allo stato puro.

Quanta credibilità hanno gli arbitri dopo Calciopoli?

La più totale. Gli arbitri sono persone per bene. Come in qualsiasi campo si trovano poi dei casi anomali di persone che forse hanno commesso degli errori in passato, ma in linea di massima io ho molta fiducia nell’operato degli arbitri e nella loro assoluta buona fede. Ritengo che molti di loro dopo Calciopoli si siano dispiaciuti per i comportamenti di chi in quegli anni ha sbagliato. Allo stato, a mio avviso, la categoria è migliorata.

Come valuta la stagione del Milan?

In termini positivi. Per ora è un buon campionato. Bisogna infatti considerare che molti giocatori importanti non sono a disposizione, e che altri come Gattuso e Cassano non lo sono ormai da svariati mesi. Le difficoltà del Milan sono comunque state affrontate molto bene fino a questo momento. Questo dimostra che quella di Allegri è un’ottima squadra. Molti fanno notare che contro le avversarie più forti del campionato i rossoneri stiano stentando: viste le condizioni della rosa, non stanno facendo male. Sono convinto che la squadra possa fare un campionato d’avanguardia esattamente come quello della passata stagione.

Cosa direbbe lei a Ibrahimovic, giocatore simbolo di questo Milan, che come successo contro il Napoli ogni tanto si fa espellere lasciando la squadra in ulteriore difficoltà?

Non so perché lo svedese faccia così. Il Milan comunque ha un ottimo allenatore, un bravissimo vice, e tanti altri assistenti molto preparati e competenti: non credo sia giusto che una persona estranea ai fatti metta bocca su questa situazione dando consigli. Sono convinto che risolveranno il problema anche senza la mia intromissione.

Chi vede favorito per lo scudetto e la Champions League?

In Italia credo che Milan e Juve si sfideranno fino all’ultima giornata. La rivalità sarà accesissima fino all’ultimo minuto del campionato. Per quel che riguarda la Coppa dei Campioni invece ovviamente vanno prese in considerazione anche le squadre di altre nazionalità. Le spagnole sono forse le più attrezzate per trionfare in Europa, e se proprio devo fare un pronostico, il Real Madrid quest’anno mi sembra essere particolarmente forte.

Domenica ha compiuto 80 anni, tre quarti dei quali vissuti nel calcio: i rigori dei mondiali del ’98 sono il suo ricordo più amaro?

Nel calcio come nella vita ci sono situazioni felici e altre meno felici. Capita di perdere ai rigori. Non può essere un rammarico. Qualche anno prima vinsi una finale con l’Under 21 sempre con i tiri dagli undici metri, e la stessa cosa accadde nel 2006 all’Italia proprio contro la Francia. È una questione di fortuna. In quelle circostanze si può fare poco. Sarebbe stato fantastico arrivare in semifinale eliminando i padroni di casa, ma non si può essere rammaricati perché una volta non si è stati fortunati. Questa è la vita.

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