Non è in tv quindi non esiste
Amnesty international, che si occupa anche della libertà di stampa, espresse preoccupazione per un supposto monopolio del signor B. sull’informazione italiana. Che la preoccupazione fosse infondata è stato dimostrato dal bombardamento mediatico che ha paralizzato il suo governo e lo ha esposto al ludibrio internazionale. La sensazione che un quasi-monopolio lo detenga qualcun altro, invece, ha fatto capolino recentemente persino tra alcuni professionisti dell’anticav. Non solo a tutti sembra correre l’obbligo di incensare Monti come se fosse una pala d’altare, ma è evidente che ci sia anche un controllo centralizzato per mantenere il silenzio su eventuali notizie destabilizzanti. Il che fa molto regime. Da lunedì, infatti, in Sicilia impazza una rivolta spontanea che attraverso il territorio e le categorie e ha portato a blocchi stradali e ferroviari e proteste di vario tipo. La cosa curiosa è che per ben due giorni la notizia non ha avuto alcuna eco sui media nazionali. Mentre è stata trattata da quelli esteri. Il silenzio non è giustificato né comprensibile con i soli canoni del giornalismo. Testate come Corriere e Repubblica non si risparmiavano titoloni se un ministro del precedente governo veniva fischiato in strada da dieci contestatori. Gli striscioni dei contestatori questa volta sono contro Lombardo e contro Monti, però. Difficile pensare che la protesta sia organizzata da Lega e Idv. E intanto sta attraversando lo Stretto.