Monti “politico”? Casini ci prova, no di Pd e Pdl
La mattinata di ieri, per Mario Monti, era iniziata sotto una buona stella. Nel primo incontro della giornata, infatti, il premier aveva già ricevuto l’approvazione del piano di interventi da parte del presidente del Consiglio europeo Herman Achille Van Rompuy: «Quello che lei e il governo italiano avete realizzato è impressionante. Sono certo che sarà in grado di presentare dopo i primi cento giorni di governo risultati ancora più straordinari». Incassato il sostegno mattutino, il premier sapeva bene però che “piatto forte” della giornata sarebbe stata la colazione – la prima tutti assieme – con i partiti che lo sostengono, Pdl, Pd e Terzo polo, sul tema che gli sta più a cuore: avere una maggioranza “vera” per dare una prova di compattezza all’Europa e rispondere così al segnale di sfiducia che continua ad arrivare dai mercati.
Verso mozione unitaria?
Un vertice voluto e preparato con cura da palazzo Chigi ed incentrato proprio sull’Europa, sulla linea da seguire nei confronti di Bruxelles e su come reagire al declassamento del rating italiano da parte delle agenzie. Divisi su molti temi dell’agenda politica i tre leader (Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani) hanno raggiunto un accordo di massima su una delle ipotesi ventilate nei giorni scorsi: dal tavolo è uscita, infatti, la volontà di discutere su un’eventuale mozione parlamentare, la più ampia possibile, per sostenere le ragioni della trattativa che il governo si appresta a sostenere a fine mese in sede Ue. Il testo, a quanto si apprende, sarà scritto in raccordo con il ministro Moavero, il titolare delle politiche Ue (del resto due delle mozioni già presentate, quella del Pdl e quella del Pd, avevano diversi punti in comune ad esempio sul fondo salva stati). Dell’altro argomento ventilato, il capitolo delle liberalizzazioni, invece, non si è parlato. Almeno, questo è quello che si sostiene nelle dichiarazioni ufficiali. Raggiante, all’uscita, il leader dell’Udc Casini che ha ribadito la novità emersa dall’incontro che, a quanto spiegato, si allargherà anche ad altri argomenti dell’agenda politica: «Con Alfano e Bersani ci rivedremo per discutere di legge elettorale e riforme». Ciò che è stato stabilito, per il momento, è una mozione «di intesa nazionale» sottoscritta da Pdl-Pd e Terzo Polo e con i voti aggiuntivi di altre forze politiche verrà scritta dai partiti insieme al governo «perché il governo si presenti in Europa con un supporto forte». Soddisfatto, al termine del vertice, il premier Monti che non ha nascosto il suo giudizio «molto positivo» sulle sorti dell’incontro. «Un punto importante per un proficuo lavoro» da fare «insieme per il futuro», ha aggiunto il professore indicando nei prossimi impegni del governo e del Parlamento le tappe di questo “lavoro”: l’obiettivo è quello di raggiungere un accordo prima dell’incontro decisivo del Consiglio europeo del 29.
«L’Italia conti di più nell’Ue»
Che l’incontro con il premier sia andato bene lo ha confermato il leader del Pdl Agnelino Alfano che a più riprese aveva dichiarato l’impossibilità per il governo di mantenere esclusivamente la posizione: «L’incontro con Monti è andato bene – ha spiegato a margine dell’incontro con i giovani del Pdl – Quando vi è al centro l’Italia per noi tutto quanto deve essere fatto va fatto, con chiunque ci stia. Noi siamo favorevoli ad ogni scelta che consenta all’Italia di contare di più in Ue». Alla domanda, poi, se si è raggiunto l’accordo su una mozione comune del Parlamento per difendere il ruolo dell’Italia in Europa, Alfano ha replicato con un secco: «Vedremo». Ciò che è stato ribadito, insomma, è un principo preliminare: «Ho detto in Parlamento – ha proseguito Alfano – prima del governo e prima dell’opposizione viene l’Italia e allora, siccome l’Unione europea ha assunto delle posizioni anche troppo rigide nei confronti dell’Italia e perchè all’Italia è stato chiesto di fare di più di quello che è stato chiesto agli altri Paesi, la nostra opinione è che l’Italia abbia già fatto la sua parte e che non può essere chiamata ogni mese a fare i compitini».
Nessuna nuova maggioranza
Se l’incontro con i tre maggiori partiti si innesta come una novità di metodo, ciò non determina però nessuna ricaduta politica. Eppure c’è chi ha voluto “forzare” il clima dell’incontro. Ciò è accaduto con i centristi secondo i quali si è trattato «non di un evento, ma della normalità». Secondo Pier Ferdinando Casini «ogni volta che sarà opportuno, siamo disponibili a vederci. Questo – ha aggiunto – non è un evento. È la normalità piena. Una maggioranza non può che essere politica. E questa lo è». A frenare l’entusiasmo di Casini ci ha pensato allora lo stesso Alfano: «Questa non è una maggioranza politica perché una maggioranza politica nelle democrazie occidentali è quella che viene fuori dal consenso elettorale dei cittadini. Una maggioranza è tale quando viene riconosciuta così dai cittadini e non perchè lo si decide in un palazzo». Anche dal Pd, che ha commentato positivamente l’incontro, è arrivato lo stop all’ipotesi di una maggioranza politica. Secondo Pier Luigi Bersani, davanti alla crisi dell’eurozona, adesso «tocca a tutte le forze parlamentari, anche dentro le rispettive famiglie europee, sostenere una piattaforma italiana ed europea». Per il leader democratico, insomma se «tocca a Monti» dare più forza al nostro Paese in Europa ciò «tocca anche ai partiti». Ma ciò significa per caso una nuova maggioranza? «Assolutamente no». Insomma, anche Bersani conferma che sia Alfano che Casini hanno concordato su questa esigenza ma, specifica il segretario del Pd, non si tratta «di un accordo solo tra noi tre. Io mi voglio rivolgere a tutte le forze che stanno in Parlamento anche a quelle che non hanno votato la fiducia a Monti».
L’uscita di Di Pietro
Le parole di Bersani, però, non hanno convinto uno suoi alleati principali. Al contrario, hanno provocato addirittura l’uscita dalla maggioranza dell’Idv. All’appello non risponderà positivamente Antonio Di Pietro che da parte sua ha spiegato di prendere atto «per bocca di uno dei protagonisti dell’incontro, che oggi è nata una maggioranza politica, checchè ne dica il finto ingenuo Bersani. Maggioranza di cui non facciamo parte, nè vogliamo far parte perchè la consideriamo del tutto innaturale rispetto al sistema bipolare maggioritario con cui questo Parlamento si è costituito ed è stato eletto».