Il Pd s’inventa un altro nemico: il Tg Lazio
L’attacco è partito. Liquidato Minzolini dalla direzione del Tg1, nel mirino del Pd e della sinistra televisiva c’è ora il Tgr del Lazio, il cui direttore Alberto Maccari (coincidenza vuole) è lo stesso che provvisoriamente guida il Tg1 al posto di Minzolini. Ma non è tanto Maccari l’obiettivo, bensì il caporedattore del Lazio, Nicola Rao, che (per ora) non viene menzionato con nome e cognome. Nell’attacco frontale che la sinistra sta portando alla Giunta Alemanno, dunque, non poteva mancare l’apertura di un fronte Rai.
I primi colpi li ha sparati Vincenzo Vita, senatore del Pd e membro della commissione di Vigilanza sulla Rai. «La faziosità del tg regionale del Lazio ormai è vomitevole. Porremo la questione nella sede competente, la commissione parlamentare di Vigilanza, per valutare se l’attuale direzione della testata è ancora compatibile con il ruolo del servizio pubblico». A ruota è intervenuto Mario Miccoli, segretario del Pd romano: «Ogni giorno, da mesi, il Tgr del Lazio è il più fedele alleato di Gianni Alemanno, un sindaco fallimentare che ha ridotto Roma ad una città degradata e insicura. Questo non è servizio pubblico, ma è “TeleAlemanno”». Poi, ancora, Michele Meta, deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni: «Da qualche tempo il Tg3 del Lazio somiglia ad un notiziario di parte che narra le gesta del sindaco Alemanno sorvolando sulle notizie meno gradite».
Nicola Rao, che è un giornalista serio, ovviamente non replica. Ma, stando ai rilevamenti del Corecom – organo pubblico di garanzia e controllo, totalmente gratuito, al quale i cittadini possono rivolgersi per risolvere contenziosi con i gestori di telecomunicazione – emerge la strumentalità politica dell’attacco del Pd. Secondo il presidente del Corecom Lazio, l’avvocato Francesco Soro, nel corso del 2011 non sono stati mai registrati squilibri nella linea politica del tg condotto da Rao. Il Corecom non conduce monitoraggi giornalieri come l’Osservatorio di Pavia, tuttavia nei controlli effettuati a campione non ha mai registrato faziosità a favore del centrodestra e della Giunta capitolina guidata da Alemanno. Al monitoraggio di Pavia fa invece riferimento l’associazione Lettera22: «I dati per il 2011, relativi agli spazi nei notiziari dei tg regionali Rai del Lazio, danno il governo locale intorno al 50 e gli altri soggetti (cioè i partiti) intorno al 40. Ovviamente nel governo locale c’è una preponderanza di voci del centrodestra (visto che di centrodestra sono il sindaco di Roma capitale e la presidente della Regione) mentre tra gli altri soggetti c’è una nettissima preponderanza di voci di politici appartenenti a partiti di centrosinistra. Il Tgr Lazio quindi risulta molto più equilibrato rispetto a passate stagioni politiche ed anche rispetto a molti tg di altre regioni. Certi politici – conclude il Lettera22 – prima di parlare offendendo gratuitamente (e, non si può non sospettare, strumentalmente) il lavoro e la professionalità di molti colleghi del servizio pubblico, farebbero bene a documentarsi. Anche perché certe dichiarazioni surreali non fanno altro che gettare benzina sul fuoco dell’antipolitica».
Reazioni anche dal centrodestra. «Da parte della sinistra la solita solfa sulla Rai che adesso non trova di meglio da fare che attaccare l’operato della direzione del tg regionale del Lazio, guidato da professionisti che in questi anni hanno dato sempre prova di svolgere il proprio lavoro con serietà. Se cercano la faziosità forse farebbero bene a guardare altrove», dichiara il deputato del Pdl, Mario Landolfi, componente della commissione vigilanza Rai. «Il centrosinistra non perde occasione per attaccare in modo del tutto strumentale i giornalisti della Rai che da anni svolgono il loro lavoro in modo irreprensibile», aggiunge il senatore del Pdl, Alessio Butti, capogruppo Pdl in commissione vigilanza Rai. «Basta con la caccia alle streghe nei confronti di professionisti seri e non omologati – dichiara Marcello De Angelis, direttore del Secolo d’Italia – La correttezza di Rao è testimoniata dai dati in possesso della commissione di Vigilanza. L’attacco al Tg3 del Lazio fa parte dell’operazione “mani sulla Rai” partita subito dopo le dimissioni del governo».