Meno male che c’è la politica
Einfine la manovra, che tutti volevano ma nessuno aveva il coraggio di fare, andrà in porto. Una manovra che tutti avrebbero fatto meglio di chi la stava facendo e che – infine – si era universalmente deciso che dovessero fare persone avulse al Parlamento e alla politica, perché era assodato che “politico” significasse “incompetente” e parlamentare “incompetente parassita”. Se si dà credito ai sondaggi, sembra che due settimane siano bastate per far capire agli italiani – o almeno a una parte – che la medicina miracolosa regalategli dal saggio Napolitano era più amara del previsto e dagli esiti non proprio garantiti. I tecnici si sono dimostrati tutt’altro che più equilibrati – anche dal punto di vista “emotivo”, vedi crisi di pianto ecc. – più scevri da conflitti di interesse e soprattutto più capaci. La prima versione della Manovra sembrava uscita dall’incubo di un serial killer psicotico. E anche poco istruito (almeno in aritmetica). Le coperture erano tutt’altro che certe, i tagli inoperabili o dalle conseguenze imprevedibili, gli incentivi allo sviluppo inesistenti. Gli odiati politici ci hanno messo mano, anche se inizialmente snobbati dal Professore, che aveva preferito come interlocutori altri leader europei e la stampa estera. Ora la Manovra va meglio? Limitiamoci a dire che forse farà un po’ meno male. E forse si limiterà al male strettamente necessario. Il politico sarà un parassita, ma almeno ha il problema del giudizio popolare e procede con maggiore cautela.