“La casta”? Il copyright è del Duce
Bravo è il giornalista che azzecca il titolo o la formuletta che, senza bisogno di grandi argomentazioni, fa entrare un concetto nella testa del pubblico e lo condiziona. Il merito di Rizzo&Stella è stato trovare un titolo accattivante per il proprio best-seller: La casta. Ma non è originale. Nel ’32 apparve un libro intitolato “Le origini e lo sviluppo del Fascismo” che apriva con una prefazione sulla “casta parlamentare”. Con buona pace di Napolitano che ha l’esigenza di rassicurare se stesso ogni giorno sul fatto che in Italia non si sia verificata nessuna “sospensione della democrazia”, la rivoluzione antiparlamentare del Terzo millennio è iniziata con la stessa parola d’ordine di quella che aprì la strada al monopartito littorio. Questo potrà portare forse alcuni blogger che recentemente hanno ottenuto grande visibilità a rivedere il loro giudizio critico nei confronti dei giornalisti del Corsera, che hanno oggi rinovellato le maschie grida delle camicie nere. O forse potrà far riflettere altri sulla stracitata “eterogenesi dei fini” (cioè il fatto che uno parte per ottenere una cosa e si ritrova col suo esatto contrario). Che la crociata contro i parlamentari sia partita dalla stampa che caldeggiava la discesa in campo del prode di Montezemolo – vuoi come leader del centrodestra, o del centrosinistra, o come alternativa “tecnica” ad entrambi – dovrebbe fare aprire almeno un occhio. Come scrivemmo già cinque mesi, il Parlamento si può anche abolire, ma facciamolo “onestamente”…