Solo la Merkel sa che cosa ci toccherà
In un’altra fase politica tutti avrebbero gridato allo scandalo, ma ora – si è già detto fino alla nausea – tutto è diverso. D’altronde, in un’altra fase, se un Presidente della Repubblica avesse contattato qualcuno per sondare la sua disponibilità a fare il Premier ineletto mentre c’era ancora un governo in carica e una maggioranza parlamentare, qualcuno avrebbe chiesto l’impeachment. Invece il 6 marzo del 2010 Di Pietro lo chiedeva espressamente per Napolitano accusandolo di aver firmato un provvedimento che consentiva la riammissione della lista del Pdl alle regionali del Lazio. Come cambiano i tempi. Se il signor B. fosse andato da un qualsiasi potente forestiero e il giorno dopo lo stesso (o la stessa) avesse proclamato al mondo la gravità (o l’importanza) delle misure che il nostro governo stava per varare, tutti – e dicasi tutti – avrebbero armato una canea inaudita dicendo che era assurdo che un leader straniero fosse al corrente di cose di cui il Parlamento era tenuto all’oscuro. Pensiamo al livello della polemica costruita sulla lettera di Trichet a Tremonti, considerata al tempo un inaccettabile diktat della Bce che commissariava l’Italia. Le opposizioni chiesero ripetutamente a gran voce che fossero rivelati e discussi nelle Aule i contenuti della lettera e si gridò che il Parlamento era stato insultato e privato della sua sovranità. Cosa che, pare, il governo precedente facesse anche ogni qualvolta emanava un decreto o chiedeva la fiducia. Ora, col Parlamento in vacanza forzata, sappiamo dalla Merkel che Monti sta per applicare misure “impressionanti”. Dalla politica e dai giornali potenti, solo un assordante silenzio.