Non sarà un complotto ma gli somiglia
Dal ’92 in poi, per la convinzione diffusa che il male della democrazia italiana fosse l’instabilità dei governi e delle maggioranze, si è intrapreso un percorso normativo che doveva condurre verso una maggiore governabilità. La scelta del maggioritario andava in questa direzione e perfino il cosiddetto Porcellum, che aveva il fine di fidelizzare i parlamentari e, con il premio di maggioranza, assicurare stabilità alla legislatura. Nel futuro c’era un bivio: o l’indicazione diretta del premier (già accennata nelle ultime elezioni) o un presidenzialismo più o meno accentrato. Questo percorso nel 2008 ha favorito Berlusconi, il che ha creato agitazione in tutti i poteri mondiali e nazionali. Se B. avesse terminato senza intoppi questa legislatura, nel 2013 ci sarebbe stata un’Italia strutturalmente diversa. Sono bastati tre anni per rimettere indietro l’orologio, in poche semplici mosse. B. era un capo carismatico, autoreferenziale e sovrano, che non credeva nel partito. Se cade lui – hanno valutato i suoi avversari – il suo seguito si dissolve. Così B. è stato bombardato da media e tribunali fino a paralizzarlo sul piano politico e comunicativo. La campagna contro il Parlamento (anti-casta + delegittimazione attraverso la critica distruttiva della legge elettorale che lo ha prodotto) gli ha sottratto anche la forza dell’istituzione. In contemporanea la macchina propagandistica ha eretto il Presidente della Repubblica a contraltare “virtuoso” e unica istituzione legittima. Serviva anche la paura per piegare la volontà popolare, a questo è servito il terrorismo dei mercati. Delegittimato il governo, il Parlamento e il meccanismo democratico che ha eletto i rappresentanti, è stato facile far accettare agli italiani che il Presidente si sostituisse ai cittadini, trasformando la nostra repubblica in uno stato presidenzialista senza che ci si arrivasse con riforme costituzionali o elettorali. Ci è stato imposto così un governo del Presidente, tutto cooptato e senza alcuna verifica popolare. Unica differenza rispetto alle altre repubbliche presidenziali è il fatto che Napolitano non è stato eletto direttamente dal popolo, ma proprio da quel Parlamento ormai delegittimato. E non è poco.