«Monti è utile, ma solo se vara subito le riforme»

22 Nov 2011 20:29 - di

Non sarà impossibile («sarebbe altrimenti una tragedia») ma ciò che aspetta Mario Monti è davvero un’impresa. Per Ernesto Auci, già direttore del Sole 24Ore e adesso presidente del giornale economico Firstonline, l’emergenza è tutt’altro che rientrata. E in gioco non vi è solo la tenuta dei conti italiani.

Direttore, il presidente Napolitano ha affermato di non credere che in pochi giorni «il mare in tempesta sia diventato una tavola». Barroso ripete di non aspettarsi miracoli dall’Italia. Che cosa significa?

Significa che noi navighiamo in una barca un po’ scassata in un mare che continua a essere in tempesta. Per questo motivo dobbiamo cercare di aggiustarla in modo da poter reggere il mare grosso che è spinto dai venti provenienti da Francia e Germania. Questi Paesi, da parte loro, non stanno prendendo le decisioni giuste che contribuirebbero a far sì che si calmi questo vento del Nord che non sta portando per nulla bene all’euro.

Come fare?

Dobbiamo essere molto credibili. Il presidente Monti ha una sua credibilità, però il problema principale rimane: noi siamo un paese grande sull’orlo del default con i mercati che non credono che l’Italia riesca a dominare il debito.

Bastano le misure fino a questo momento presentate dal governo Monti, ossia Ici e patrimoniale, per alleggerire la pressione dei mercati?

No. Accanto alla patrimoniale e all’Irsu occorre fare la riforma delle pensioni e un eventuale aumento dell’Iva per ridurre da subito le tasse sul lavoro dipendente e sulle imprese. Occorre poi maggiore attenzione alla vendita del patrimonio pubblico che potrebbe servire per allentare la morse sul debito. Ma non solo. È necessario ridurre rapidamente i costi della politica che, attenzione, non solo gli stipendi e i vitalizi. Poi c’è il mercato del lavoro da riformare, lo snellimento della Pubblica amministrazione…

Intanto, però, lo spread continua a salire: ciò dimostra che il problema dell’Italia non era congiunturale, legato solo alle performance del precedente governo, ma strutturale.

Vero, il problema non è congiunturale. Certo, quello che si imputa a Berlusconi non è la questione degli ultimi mesi, ma il fatto che non ha risposto su quei nodi strutturali che si dovevano affrontare.

Ci riuscirà questo governo?

Con questo primo pacchetto di misure dovrebbero per lo meno calmarsi le acque. Certo, occorre aspettare che il Parlamento traduca in legge tutto questo e non sarà di certo facile. Anche perché se queste misure non dovessero innescare un effetto positivo la crisi dell’Italia diventerebbe la crisi dell’euro. Ma questa è un’ipotesi catasfrofica che dobbiamo esorcizzare in tutti i modi.

Eppure dopo l’Italia potrebbe toccare alla Francia. La Germania, poi, si oppone agli Eurobond. Il problema è la zona dell’euro?

I tedeschi pensano che se la Bce e il fondo salva stati danno la garanzia di coprire il debito dei paesi “cicala” questo potrebbe portare ad un allentamento della tensione verso il risanamento di questi Paesi: e quindi di fatto continuerebbero a fare la cicala, scaricando il costo sui tedeschi. L’Italia dovrebbe varare le misure per convincere i tedeschi che siamo in grado sia di riportare sotto controllo il deficit e sia di poter guadagnare competitività: se facciamo questi provvedimenti, i tedeschi saranno un po’ più tranquilli. Insomma, servono misure immediate per vincere la crisi di sfiducia e ridare liquidità perché l’area dell’euro è un ponte indispensabile per raggiunere il traguardo del risanamento. E senza questo ponte diventa difficile risanare. Siamo, come è chiaro, in un circolo vizioso: che si può interrompere solo se l’Italia si presenterà con delle misure epocali.

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