L’alunno Monti: «L’Italia farà i compiti a casa»

24 Nov 2011 20:30 - di

Francia e Germania si sono riscoperti all’improvviso grandi amici dell’Italia. E tra un sorriso e una pacca sulle spalle, Mario Monti ha incassato la loro fiducia sul programma di risanamento, ma solo dopo aver promesso, da buon scolaretto “diligente”, che l’Italia svolgerà con attenzione i «compiti a casa». Un esordio internazionale deludente per il “super” Mario, a capo di un governo tecnico formato da professionisti con la “P” maiuscola – che arriva dopo lo scivolone del suo «andremo a fondo…» – e che mostra come l’Italia di fatto sia “commissariata” dalle maestrine dell’asse franco-tedesco. Il vertice organizzato ieri per risollevare l’Europa da una crisi economica sempre più drammatica ha visto Monti a Strasburgo, con il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, per una trilaterale nella quale il professore dopo aver illustrato le misure economiche per risanare l’economia (peraltro ancora non conosciute dagli italiani), ha cercato di ritagliarsi il ruolo di mediatore fra Parigi e Berlino, salvaguardando da un lato la Bce (come chiede Berlino), ma insistendo sui vantaggi che si avrebbero dall’introduzione degli eurobond, tanto osteggiati invece dai tedeschi. Una mattinata intensa di colloqui che però si è conclusa con un nulla di fatto e con il “no” fermo della Germania agli eurobond. Un fallimento del summit che, come ha scritto ieri pomeriggio Le Monde, ha «particolarmente irritato Sarkozy». I tre presidenti, ha scritto il giornale, «hanno deciso di non parlare della Bce» perché «in disaccordo totale sul suo ruolo» per salvare l’euro.

Ora amici dell’Italia
Sono lontani i periodi in cui l’Italia guidata da Berlusconi era osteggiata dall’asse franco-tedesco. Ora il clima è improvvisamente cambiato e l’Italia è tornata a essere “rispettabile”. C’è la «nostra volontà, quella mia e quella della Merkel, di sostenere e aiutare l’Italia di Mario Monti», ha detto Sarkozy nella conferenza stampa al termine dell’incontro. «Il premier Monti ci ha invitato a Roma a breve per proseguire la discussione e ci andremo con grande piacere». Il presidente francese ha annunciato anche una «collaborazione più stretta» sia con la Germania che con l’Italia. Poi, è toccato alla Merkel: «Auguro a Monti un pieno successo perché ha un grande lavoro davanti».

Pareggio nel 2013
Durante l’incontro Monti ha «confermato l’obiettivo di perseguire con rigore il risanamento dei conti e il pareggio di bilancio nel 2013 in modo sostenibile». Attraverso «riforme strutturali» e non con misure che portino un aumento «dell’inflazione o ad aumentare il disavanzo». E, poi, lo scivolone sull’Italia che farà «i compiti a casa». «L’Italia  – ha detto – deve fare uno sforzo particolare perché ha uno stock elevato, ereditato dal passato, di debito pubblico, ma è normale avere degli obiettivi». Quanto alle misure che l’Italia intende adottare ha spiegato che la sostenibilità «implica anche una crescita economica che dia garanzia di una tenuta nel tempo». Monti ha detto di aver illustrato il percorso di queste riforme strutturali «ed in particolare la loro tempistica», sottolineando che queste saranno elaborate in associazione con le parti politiche e sociali. Misure strutturali che hanno “impressionato” favorevolmente la Merkel, ma che per gli italiani sono ancora un mistero. E che il Parlamento non conosce.

L’impegno sull’euro
Dal presidente francese è arrivato l’impegno anche per la moneta unica: «Le prime economie dell’Europa sono determinate a fare di tutto per sostenere e garantire la solidità dell’euro». Intenzioni confermate anche da Monti: «Abbiamo espresso tutti e tre insieme che la priorità principale è una buona salute dell’eurozona e la salda tenuta dell’euro». E poi ancora Sarko: «Siamo tutti e tre perfettamente consapevoli della gravità della crisi. Francia e Germania faranno presto delle proposte concrete e speriamo che l’Italia voglia associarsi a queste proposte». Ma di fatto non è stata presa nessuna decisione.

Disaccordo sugli eurobond

Restano distanti anche le posizioni sugli eurobond. La Germania, che ha dovuto assistere al flop clamoroso dell’asta dei Bund, ha ribadito il suo “no” alle obbligazioni europee, su cui mercoledì l’esecutivo di Bruxelles ha presentato un “Libro verde” con tre opzioni per la sua introduzione. Il portavoce del governo di Berlino aveva detto che «è inadeguato che la Commissione europea li abbia posti all’ordine del giorno». Posizione ribadita ieri dalla Merkel: «Non sono necessari», ha detto specificando che la priorità attuale «non è essere a favore o contro» ma «la crescita». Rimane la preoccupzione per la tenuta dell’Eurozona. «Dobbiamo andare verso una unione fiscale se vogliamo dare stabilità radicale all’Eurozona. In questo contesto gli stability bond potrebbero dare un contributo significativo – ha detto Monti – Tutto è possibile dentro una solida unione fiscale, molte altre cose rischiano di diventare pericolose al di fuori di un’unione fiscale». E Sarkozy ha chiuso: è «pericoloso parlare di eurobond senza parlare, insieme, di governance e di sanzioni: è un pacchetto complessivo che presenteremo insieme».

Sanzioni contro chi sbaglia

Accadde solo otto anni fa. Ma sembra passata una vita. Nel 2003 i “cattivi” furono proprio Germania e Francia e minarono «buona parte della credibilità» del Patto di Stabilità. Richiama alla memoria questo passaggio della recente storia politica europea Monti per spiegare perché servono le «sanzioni» e perché bisogna punire chi sbaglia in Europa.

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