Il governo tecnico? Fatevelo voi
Nuovamente nelle mani di Monti e di Amato? Nell’Italia che non impara mai forse accadrà. Ma non tutti accetteranno in silenzio. Da Martino a Giorgia Meloni, ex An e ex Forza Italia, ex socialisti, democristiani e sindacalisti non solo mugugnano ma digrignano i denti. La Lega sembra la più compatta su un eventuale rifiuto e mette anche in dubbio un voto sul decreto sviluppo se dovesse contenere misure “impopolari”, come un ritocco alle pensioni o la modifica dell’articolo 18. Questo significa che il “popolo del Nord” sta affilando le lance per prepararsi a fare opposizione al governo che si farà interprete delle richieste dei “mercati” dopo aver addossato a Berlusconi addirittura la responsabilità della crisi mondiale. Ma la crisi, tolto il capro espiatorio che in fin dei conti agiva da parafulmini, ha rotto gli argini e ci investirà come uno tsunami. Ci salverà chi da sempre lavora per le centrali finanziarie dove ha fallito chi invece serve il popolo sovrano? Chi può dirlo. Io, nel mio piccolo, non ho mai sognato un governo delle banche o degli speculatori, del Fondo monetario o della Goldman Sachs. Meglio allora che vadano al governo Bersani e Casini, con tutti gli ascari che potranno radunare. Le facciano loro le riforme “dolorose ma necessarie”, scoprano le loro carte e si assumano le responsabilità. Un po’ di sana opposizione può fare bene alla salute. Come ha detto ieri un inconsapevole bardo: «Crolli pure il soffitto; almeno torneremo a vedere il cielo!».