Congresso nazionale a primavera e test per la premiership
Nessun vertice a tre con Mario Monti. Solo «leggende metropolitane», aveva detto piccato Bersani, «non è in programma nessun incontro», ha ribadito ieri Angelino Alfano a proposito dei boatos che da un paio di giorni parlano di un imminente tavolo tra i leader del Pdl, Pd e Udc, prove di larghe intese (o Grosse Koalition come preferisce chiamarle Pier Ferdinando Casini) che il centrodestra vede come il fumo negli occhi.
«Abbiamo accettato di dare la nostra fiducia a Monti prima ancora di conoscere il programma e abbiamo ribadito la nostra fiducia dopo averlo ascoltato in Parlamento – spiega il segretario del Pdl – sosterremo le sue scelte, ma questo è un governo di tregua e di emergenza, non sono necessarie riunioni di maggioranza perché non c’é una maggioranza politica che lo sostiene». Nessun ripensamento: sostegno eccezionale all’esecutivo tecnico per la pressione dei mercati e poi le urne. Nessuna “terza via”tra le file del primo partito di maggioranza relativa che non va in vacanza, come ha annunciato Silvio Berlusconi all’indomani dell’insediamento del governo Monti. Se il Cavaliere non intende ritirarsi a scrivere le sue memorie, i suoi (senza distinzione tra ex An ed ex azzurri) sono pronti a ripartire guidati dall’ex Guardasigilli che non ha intenzione di fare la comparsa. Campagna adesioni, “porta a porta” sul territorio, gazebo, riorganizzazione interna, congressi locali: una lunga rincorsa verso le assisi nazionali che si terranno a primavera.
Riuniti i giornalisti a via dell’Umiltà, Alfano traccia la “road map” del centrodestra con l’obiettivo di dare vita a una Costituente dei popolari italiani, uno dei primi impegni presi da Angelino davanti alla platea del Consiglio nazionale di luglio che lo “incoronò” segretario. «Faremo le primarie per la scelta del candidato e saranno ad ogni livello», risponde a chi gli chiede se i criteri di scelta per le candidature locali “valgono” anche per la premiership futura. «Più che la parola primarie, ci piace indicazione popolare. Stiamo stilando un programma di regole per fa sì che i nostri elettori possano scegliere direttamente i candidati per le prossime elezioni amministrative». Regole e paletti certi dopo il successo di adesioni che hanno superato il milione di iscritti. «Il nostro programma resta invariato nonostante il grandissimo numero di iscritti. Stiamo ultimando il regolamento e apriremo la stagione congressuale che si concluderà con quello nazionale a primavera». In cantina doppi e tripli incarichi. Parlando dell’incompatibilità tra responsabilità di partito e ruoli di governo del territorio, spiega che il criterio è quello del principio “anatomico” e cioè «una persona non può occupare due poltrone». Useremo il periodo in cui c’è il governo di emergenza nazionale per lavorare alla Costituente dei moderati «perché l’obiettivo del Pdl resta quello di riunione i moderati italiani sotto le insegne del Partito popolare europeo». Da qui ai prossimi venti giorni la dirigenza pidiellina lavorerà in vista del congresso del Ppe in programma a Marsiglia ai primi di dicembre, un appuntamento cruciale al quale il Pdl vuole arrivare con una sua proposta. «Ottimo Alfano, è la strada giusta per ricomporre da subito il centrodestra italiano nella prospettiva del Ppe superando rancori e pregiudizi», commenta un “popolare” della prima ora come Adolfo Urso, «è la premessa indispensabile per realizzare un bipolarismo europeo salvando la democrazia dell’alternanza».
Restyling grafico, cambio del nome? Non è escluso: «Il congresso avrà con ogni probabilità questo traguardo», dice Alfano confermando l’annuncio del Cavaliere (un’iniziativa che il “Secolo” ha lanciato a giugno con una campagna tra i suoi lettori dal titolo«adesso il nuovo nome sceglietelo voi…»).
Sulla navigazione del governo nessun mal di pancia, anche se la base giovanile e alcuni dirigenti mal sopportano l’appoggio a un “esecutivo di tecnocrati” che ha commissariato la politica e la volontà dei cittadini. «Sosterremo lealmente il governo, ma dobbiamo difendere il nostro orgoglio di partito», avrebbe detto Alfano nel vertice con i coordinatori regionali, ai quali ha chiesto di sostenere il nuovo esecutivo senza fare sconti a nessuno, valutando i provvedimenti che arriveranno in Parlamento di volta in volta. Intanto Berlusconi, tornato a Roma dopo la partita Milan-Barcellona, resta “sul pezzo” lavorando al rilancio del partito con la testa già alla campagna elettorale e un occhio vigile alla Lega “di lotta” , sempre più intenzionata a tenersi le mani libere. Alfano avrebbe parlato con i coordinatori regionali anche dei difficili rapporti con il Carroccio, ma sarà una prossima riunione “ad hoc” ad affrontare il nodo-Lega. Un’altra mission difficile ma non impossibile per il segretario: ricostruire, in un clima meno avvelenato, un centrodestra capace di mantenere l’asse strategico con il partito di Bossi. «Saranno dei tecnici e credo che Monti chiuderà la vicenda entro pochi giorni», ha chiosato Alfano a proposito dello psicodramma di queste ore sui sottosegretari. «Fino ad una settimana fa sembrava che l’emergenza fosse lo spread ora sono i sottosegretari».