Bersani sceriffo? John Wayne era tutt’altra cosa
«Hai sprecato una birra», sembra dire con il mozzicone tra i denti. «Tu non puoi capire, cowboy». Eccolo, il Bersani formato John Wayne, in un mix tra “Un dollaro d’onore” e “Ombre rosse”. Magari con il look giusto, camicia rossa, gilet bordò, stella di latta sul petto in bella evidenza, pistola da vecchio e caro western e cappello che scende sugli occhi per regalargli un non-so-che di misterioso. Il leader del Pd ha deciso di recitare la parte dello sceriffo politico. Uno sceriffo de noantri, con un tocco borgataro nei toni, un ruspante «ahò» romanesco che non guasta, per dare una pennellata al siparietto democratico.
Il “duro” del Far West parte con l’altolà sulla patrimoniale: «Sento affermazioni da parte del centrodestra che vogliono condizionare il governo. Si scherza con il fuoco, è evidente che se sono misure che chiamano a uno sforzo collettivo, i patrimoni rilevanti a cominciare da quelli immobiliari non possono essere esentati». Poi aggiunge, un “sia ben chiaro”: «Abbiamo da dire la nostra». Lo stesso tono da caccia nel Gran Canyon lo usa anche nei confronti di chi, all’interno del Pd, ha parlato dell’ipotesi di anticipare il congresso rispetto alla data prevista dell’autunno 2012: «Lasciate che le voci circolino, tanto decido io e non ci penso neanche». John Wayne non avrebbe potuto fare di meglio. Ma c’è chi, inaspettatamente, gli ha spento la pistola fumante. Si chiama Mario Monti. Fino a ieri, ogni qualvolta il nuovo premier parlava, Bersani gli faceva da eco riempendolo di lodi. Poi è accaduto quel che non doveva accadere. A Bruxelles, infatti, a Monti è scappata una frase “politicamente scorretta” (per la sinistra): «Sul piano della disciplina della finanza pubblica il precedente governo aveva fatto, a mio giudizio, passi significativi, e quindi su quel piano ci troviamo con un’eredità migliore». Lo sceriffo “de noantri”, stavolta, non ha elogiato il premier. Meglio tracannare un boccale di birra nel saloon.