Bersani: «Quando Monti chiama…»
La linea dell’utradisponibilità l’aveva data Enrico Letta nel suo pizzino. Alla domanda dei giornalisti al segretario del Pd su quando si sarebbe incontrato col neo-premier, Bersani risponde secondo la linea:«Quando Monti chiama, io ci sarò». Poteva averla detta la protagonista di un polpettone romantico questa frase. Il ruvidone dei Democrat è molto più riconoscibile nel seguito della risposta («Non ce l’ho mica io l’agenda di Monti!»). La domanda sull’incontro con la primula bianco-rossa (e probabilmente più blu che verde) che ha preso il timone del Belpaese, non era peregrina. Ad analoga risposta Angelino Alfano aveva appena risposto: «Sono rimasto d’accordo che ci incontreremo nei prossimo giorni per uno scambio di opinioni sulle misure per la crescita dal punto di vista del Pdl». Ricordiamo che European Mario aveva già detto che non aveva bisogno di parlare coi partiti perché aveva già l’assenso dell’Europa (cioè di A&N – o se preferite S&M). Poi qualcuno gli ha spiegato che siamo una Repubblica parlamentare e quindi, a un certo punto, coi partiti ci deve parlare. E possibilmente (per evitare sorprese) prima di portare i provvedimenti al voto in aula. E se l’altrimenti ostico Bersani si dichiara disposto a tutto (anche se ha detto che non bisogna esagerare col rigore, visto che ha la base in rivolta sui blog) e in trepidante attesa di un appuntamento, Tonino Di Pietro torna invece a sbuffare dal naso. “Che nessuno si mettano (o metterebbe? O mettessero?) in testa di fare alleanze allargate con Pdl e Terzo Polo, perché lì ci sono alcuni coloro i quali hanno provvedimenti giudiziari per mafia”. E fin qui tutto fila, ma poi aggiunge: «C’è una maggioranza politica Pd, Pdl e Udc e l’Idv ha votato la fiducia a un Governo tecnico…». Quindi: in maggioranza coi sospetti mafiosi ci sta solo il Pd (quello di Bersani che aspetta che squilli il telefono), mentre lui ha solo votato la fiducia. Di un governo tecnico sostenuto da Pd, Pdl e Udc (metti e leva inquisiti o meno). Quindi lui non è in maggioranza. Oppure sì. Chi ci capisce è bravo. Lui si sarà capito?