Rivoluzione under 35: la prima casa è più vicina
«Mi piace parlare solo delle cose fatte». E in queste ore concitate di annunci, promesse e stop and go è già una notizia. Cose fatte: per questo Giorgia Meloni ha tenuto nel cassetto fino al 1 settembre l’annuncio della rivoluzione per l’accesso ai mutui per la prima casa, fino a quando cioè questo capitolo del pacchetto “Diritto al futuro” dedicato agli under 35 non è diventato operativo. Si tratta di un fondo di garanzia che consente importanti agevolazioni per l’accesso al mutuo per l’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie sposate o genitori unici con figli a carico. Lo Stato, grazie a un protocollo sottoscritto con l’Abi, per la prima volta offre le garanzie che le banche non concedono a quanti di trovano in condizioni di lavoro precario, i cosiddetti non bancabili.
Ottimismo e concretezza
E proprio sulla “manovra-giovani”, frutto di mesi di lavoro dello staff del ministero, ieri l’aula di Montecitorio, reduce dalla bagarre della mattina sul “caso Fini”, ha vissuto qualche minuto di ottimismo. Nel corso del question time delle 15, trasmesso dalla Rai in diretta televisiva, il ministro della Gioventù ha risposto punto per punto all’interrogazione del deputato pidiellino Gabriele Toccafondi sulle iniziative concrete del governo per l’attuazione del fondo sulla prima casa. «È un tema molto sentito, soprattutto in questa fase di straordinarie difficoltà economiche, per questo ringrazio per l’opportunità di informare l’Aula che da alcune settimane il progetto è stato adottato concretamente».
Quelle sviste della stampa
E il pensiero va a qualche “svista” della stampa, più interessata a denunciare lo scandalo dei voli di stato e meno a informare i cittadini di servizi e opportunità. «In queste ore – aveva detto il ministro qualche giorno fa – gli organi di stampa stanno diffondendo anticipazioni circa le bozze del Decreto Sviluppo: tra i provvedimenti vengono citati i mutui garantiti per le giovani coppie di precari. Questi mutui già esistono e sono stati introdotti dal ministero della Gioventù». Già adesso, infatti le giovani coppie di precari al di sotto dei 35 anni possono recarsi in banca e accedere al fondo di garanzia, come disposto dal Fondo Casa. Disinformazione? Forse perché le buone notizie non “bucano” e non fanno audience, l’inziativa del dicastero (oer di più senza portafogli) guidato dal più giovane ministro della Repubblica, non ha avuto la pubblicità dovuta. Un ceffone allo status quo che fa parte di un poker di interventi, “Diritto al futuro” su formazione, lavoro, prima casa e diritto allo studio accomunati da una stessa filosofia: superare le discriminazioni per chi non ha i genitori “giusti” né santi in paradiso.
Nessuna scorciatoia, però, la più grande rivoluzione per i giovani di oggi, che non sono né bamboccioni né fannulloni, ribadisce la Meloni. è avere la possibilità di misurarsi con pari condizioni di partenza. Garantire a tutti le stesse possibilità di lavorare, acquistare una casa, farsi una famiglia, studiare. Poi chi ha più filo lo tesse.
Le garanzie per i non bancabili
Grazie a un lavoro difficile e molta fantasia per superare il gap dei fondi, i tecnici del Ministero ha cercato di aggredire le difficoltà storiche di un sistema di credito che non crede nella persona. «Si tratta – ha spiegato il ministro – di un fondo di 50 milioni di euro con i quali lo Stato si impegna a offrire garanzie per le giovani coppie che abbiano più della metà di reddito derivante da lavoro precario», garanzie – sottolinea – che di solito le banche concedono solo in presenza di contratti stabili. «Noi garantiamo fino al 70% un mutuo che può arrivare fino a 200mila euro per le giovani coppie di under 35 sposare, con o senza figli, oppure per nuclei monogenitoriali con figli». Già da oltre un mese i ragazzi che hanno questi requisiti possono rivolgesie alle filiali degli istituti di credito che hanno aderito all’iniziativa, alcuni tra i più importanti istituti di credito (l’elenco è costantemente aggiornato sul sito del ministero). A questo proposito, ha aggiunto la Meloni durante il question time, è stato firmato un protocollo d’intesa con l’Abi che ha prodotto una svolta epocale. Si fa un gran parlare di flessibilità ma se non hai un contratto a tempo indeterminato, ancora oggi, sei considerato un parìa.
I requisiti
Possono essere ammessi al Fondo di Garanzia i mutui non superiori a 200mila euro per immobili adibiti ad abitazione principale che non superino i 90 metri quadrati. Per accedere a questi mutui (si può scaricare il modulo dal sito del ministero) bisogna essere coniugati, oppure è necessario essere unico genitore e con figli minori a carico. Possono quindi presentare domanda coloro che hanno età inferiore a 35 anni, un reddito non superiore a 35 mila euro e non più del 50% del reddito complessivo imponibile derivante da un contratto a tempo indeterminato. E, condizione necessaria, ovviamente, il mancato possesso di altri immobili ad uso abitativo.
Oltre la propaganda
“Diritto al futuro” e in particolare l’avvio del Fondo di Garanzia per la prima casa, è solo l’ultimo provvedimento adottato da Palazzo Chigi. Il ministro della Gioventà ha ricordato infatti altre iniziative a favore dei giovani tra le quali il Fondo per gli affitti riservato agli under 30 e i quindici accordi di programma stipulati dal ministero delle Infrastrutture con 14 regioni e la provincia autonoma di Trento, «in forza del quale vengono mobilitati 2 miliardi e 700 milioni di euro che serviranno alla costruzione di 15.200 alloggi, a prezzi calmierati, che tra i principali destinatari vedono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie e studenti fuori sede».