L’Europa a picco? Che risate

Traduttore/traditore, si suol dire. I francofoni, leggendo il resoconto dei media italiani sulla conferenza stampa Merkel/Sarkozy del 23, saranno trasaliti. Prima di rispondere alla domanda su Berlusconi, infatti, per giustificare la sua esitazione, Sarkò aveva detto: «All’incontro c’eravamo tutti e due» (come dire: perché la domanda la rivolgete solo a me?). Tutti i cronisti italiani ci hanno tenuto invece a sostenere – creando ovvi imbarazzi alla diplomazia franco-tedesca – che i due leader europei, come una coppia di scolaretti idioti, ridacchiavano per una sorta di comica intesa ai danni di Berlusconi. A nulla sono valse le smentite delle Cancellerie. È un fatto: i franco-tedeschi ridono di noi. Che c’avranno poi da ridere, vista la crisi economica e politica in cui si trovano? Non è chiaro. Ma se è vero che si possono dedicare dieci giorni di commento se B. fa una battuta più o meno spiritosa, perché non dedicarne tre a una ridarella continentale? La cosa più grottesca è che la sinistra radical-provincialòt si bei e si gonfi nell’illusione che due leader di centrodestra – ben più nazionalisti del nostro – ai margini di un incontro sulla vita o la morte dell’economia continentale, si mettano a gigioneggiare. Fare il tifo per la destra franco-tedesca se snobba quella italiana? Sarebbe veramente patetico. Meglio servi della Framania che sotto Berlusconi? In Italia non suona nuovo. Come sottolineava amaramente Tacito, la servitù ingenera inevitabilmente il servilismo…