In Italia c’è la ripresa ma non si può dire

10 Ott 2011 20:03 - di

Quando tutti dicono che piove non azzardatevi a dire che c’è una schiarita: vi linceranno. Quando tutti dicono che gli dei sono arrabbiati con noi e si placheranno solo se gli immoleremo il Sovrano, non dite che vi pare una sciocca superstizione, sennò finirete sul rogo. Se in strada impazzano manifestanti urlanti che dicono che sale la disoccupazione e voi avete dati che dimostrano l’opposto, metteteli in un cassetto o vi linceranno. Se il mot-just del momento è “precario”, non azzardatevi a dire che significa solo non avere un contratto a vita e che ci sono precari da 800 euro e precari da 20mila e quindi il problema non è la durata del contratto o la certezza del rinnovo. Non dite soprattutto che i non-garantiti ci sono perché ci sono gli ultra-garantiti. Vi sommergeranno di insulti e sposteranno l’attenzione sulla fantomatica casta dei parlamentari (che detto tra di noi sono anch’essi precari, ma non dite neanche questo, sennò avete proprio chiuso). I numeri non hanno tessere di partito. Quando sono negativi si dice che un governo sta sbagliando politica. Quando sono positivi i governi dicono: stiamo facendo bene. In Italia non funziona così. Quando le cose vanno male si fa opposizione parlamentare, quando cominciano a riandare bene, attenzione: perché a quel punto non resta che la violenza di piazza.

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