“Forza Gnocca” era una bufala, ma intanto gira..
Ebbene sì, alla fine è esplosa anche la “macchina della gnocca”. Il meccanismo è semplice: è bastato attribuire arbitrariamente a Silvio Berlusconi la seguente frase, «Mi dicono che il nome che avrebbe maggior successo è Forza Gnocca» come sostituto di quell’acronimo Pdl che non gli piace più, che lo sputtanamento è stato servito. Con il “contorno” dell’indignazione in pianta stabile: da Rosy Bindi e tutto il Pd, all’immancabile “scomunica” di Famiglia cristiana fino a diversi esponenti dello stesso Pdl che hanno abboccato alla versione ufficiosa. Non poteva mancare poi la creazione del sito (ovviamente www.forzagnocca.it) che due “startupper” hanno creato copiando l’home page del Pdl, e il rimpallo sui siti internazionali che non aspettano altro che godere del tafazzismo tricolore. Insomma, nessuno l’ha registrata questa espressione ma tutti l’hanno rilanciata: Silvio ha detto «Forza Gnocca», si leggeva ieri su tutti i quotidiani con il corollario di dichiarazioni scandalizzate: roba da Pravda. E invece, a quanto sembra, quell’espressione Berlusconi non l’ha pronunciata. «Ha dell’incredibile, questa persona con una serenità estrema parlava con noi di cose serie come la manovra, il rapporto con Tremonti, non ha assolutamente utilizzato quella frase». A parlare è lui, Ugo Lisi, deputato del Pdl e da questo momento “grande scagionatore” del premier che ripercorre la chiacchierata incriminata a margine dei lavori dell’Aula: «C’ero io, c’era Maurizio Scelli, c’era Mario Landolfi e poi con il premier c’era la Rizzoli. Abbiamo parlato di diverse cose, e lui discuteva da presidente del Consiglio sul problema della moneta unica, sulle parole di Giorgio Napolitano e poi ci ha ringraziato per il lavoro che stiamo svolgendo in Aula e ci ha spronato a portare a termine al meglio la legislatura. Insomma, tutto era tranne che una chiacchiera da bar». Si parlava o no del nome del nuovo partito? «Anche. E il premier ha detto che intende chiamarlo in un altro modo. Ha dato delle ipotesi: perché quella sigla a suo avviso i cittadini non la comprendono». Una cosa è certa: «I giornalisti non erano presenti». Ma chi ha fatto uscire allora quel virgolettato? «Non so se qualcuno lo ha fatto apposta. Perché a un certo punto è arrivata tanta gente, si è forma la solita calca vicino a lui e qualcuno a voce alta ha detto quella frase: “Chiamiamolo Forza Gnocca”». Un “qualcuno” che non è il premier. «Sì, ho sentito chiaramente un uomo pronunciare questa battuta, e da lì tante risate da parte di tutti coloro che erano attorno al presidente». E Berlusconi? «Lui a quel punto ha detto chiaramente: “Ma di cosa stiamo parlando? Pensiamo alle cose serie”». Eppure lì c’erano solo deputati della maggioranza, non è che qualche malpancista ha fatto filtrare… «Che ci sia qualcuno che mira a seminare zizzania non posso escluderlo, ma per nulla al mondo penso che tra coloro che erano con me ci sia qualcuno che abbia riferito una cosa del genere. Certo, il dramma a questo punto è che Berlusconi deve stare attento anche a parlare con i suoi, è incredibile, parlerò a Cicchitto». Ma non solo Lisi. Anche altri esponenti della maggioranza hanno sostenuto l’estraneità del premier: lo ha fatto Mario Landolfi – («È paradossale come analisi, editoriali e opposizione oggi siano tutti incentrati su una battuta strumentalmente attribuita a Berlusconi») – come altri sei parlamentari del Pdl: «Vogliamo smentire – hanno spiegato in una nota – quello che tutti i media strillano ai quattro venti e cioè che il presidente Berlusconi abbia fatto la battuta di voler cambiare il nome del partito in “Forza Gnocca”. Interveniamo solo il giorno dopo perché era inimmaginabile che un fatto così insignificante potesse avere tanto rumore. È incredibile come ciò che dice Berlusconi venga regolarmente alterato». È la macchina della gnocca, bellezza.