E se invece avesse avuto il posto fisso…

6 Ott 2011 20:16 - di

I nomi sono curiosi. Il cognome di Jobs probabilmente sta per “di Giobbe”, ma in inglese significa anche “lavori” o “impieghi”. Al plurale. Il fondatore di Apple è stato un personaggio controverso, come tutti gli individui famosi e cioè coloro sui quali ognuno si sente in diritto o in dovere di esprimere un giudizio. Certo, è verosimile che la maggior parte di costoro, all’indomani del suo licenziamento dalla stessa azienda che aveva fondato, lo abbiano definito un fallito. Probabilmente quando lasciò il college dissero che era uno sbandato. Quando si mise a frequentare il corso di calligrafia che era un perdigiorno. Quando passava giornate chiuso in un garage col suo socio Steve Wozniak avranno detto cose irripetibili. Jobs ha avuto molte vite, molte vittorie e altrettante sconfitte. Persino con il cancro ha giocato una partita che la morte ha vinto ai calci di rigore. La sua forza è stata l’incertezza, l’impossibilità di adagiarsi, la voglia di rivincita per le umiliazioni, il rifiuto della resa. Nessun governo lo ha coccolato, nessuna banca o ministero, nessun padrino politico, nessuna raccomandazione. Nessun genitore influente. Solo la voglia e la capacità di mettersi alla prova e superare se stesso. Quest’uomo, quasi da solo, ha provocato l’ultima rivoluzione planetaria del nostro tempo. Bisogna avere almeno mezzo secolo per rendersene conto. Essere passati dal mondo senza Pc al mondo di internet nella propria vita attiva. Grazie a lui – o per colpa sua – oggi tutto è diverso.

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