Dalla casta ci salveranno i ricconi…

3 Ott 2011 20:10 - di

Il potere, da sempre e ovunque, ce l’hanno i ricchi, che sono anche da sempre l’oggetto dell’invidia di chi non lo è. Ogni tanto qualcuno sfrutta questa invidia, ammazza un po’ di ricchi, gli sequestra i beni e crea nuovi ricchi. Oppure studia sistemi per bilanciare i poteri e cercare di legittimarli con qualcosa di diverso dalla forza delle armi, dei soldi o del potere stesso. In Italia, l’ultimo grande cambiamento si è verificato negli anni Novanta. La magistratura ebbe il via libera per smantellare la partitocrazia (tutti rubavano e tutti lo sapevano, ma i giudici si svegliarono solo un bel giorno e non un minuto prima…) e – prendendo tutti in contropiede – un imprenditore scese in campo e sparigliò le carte. Per più di dieci anni si sono scritti fiumi di inchiostro per spiegare che un riccone al comando rappresentava la fine della politica, arte nobile di mediazione tra i valori assoluti e la realtà possibile. Oggi si è tutti daccordo che la politica sia il Male e si invoca la discesa in campo di uno o più imprenditori per salvarci da essa. Si dice che loro – che hanno le tasche piene – sapranno come rimettere in piedi l’economia senza gravare sui fondi pubblici… La cosa che dovrebbe apparire straordinaria e suonare come un’ammissione di colpa è che questi appelli provengano dalle sinistre: come dire che – al contrario di ciò che dice il proverbio – i soldi hanno un odore. E ovviamente loro l’hanno annusato.

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