Come costruire un partito in tre semplici mosse…
Una testa, un voto. Il Pdl 2.0 riparte da qui. È una regola semplice ma, di questi tempi, non è poco. Ieri, presso la sede del Popolo della Libertà in via dell’Umiltà 36, a Roma, il segretario Angelino Alfano ha incontrato i coordinatori regionali del partito proprio per ribadire il concetto: è il momento del radicamento, il Pdl si fa partito “vero”. L’ex Guardasigilli (che successivamente si è incontrato a palazzo Grazioli con Berlusconi, Scajola, e Letta) ha invitato tutti i responsabili locali alla mobilitazione. Alfano ha anche raccontato il colloquio di lunedì ad Arcore con il premier, spiegando che il Cavaliere vuole accelerare il rinnovamento del partito per un cambio di passo auspicato da tutti, anche se ognuno deve fare la sua parte.
Tre fasi per un rilancio
Tutto bellissimo. Ma in concreto? Ce lo spiega Gregorio Fontana, responsabile del tesseramento per il Pdl. «Abbiamo licenziato – ha spiegato – i regolamenti che ci permetteranno di svolgere i congressi provinciali per l’elezione diretta dei dirigenti locali. Potranno partecipare tutti gli iscritti alla data del prossimo 31 ottobre. I congressi si svolgeranno tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, sarà una sorta di “Election weekend”. Ma già da domenica prossima si organizzeranno banchetti per publicizzare l’evento. Una delle novità prevede che gli studenti universitari fuori sede possano votare nella sede d’ateneo e non nella provincia di residenza». Si parte dalle province, quindi. Ma la strutturazione del Pdl non si esaurisce certo in questa prima tornata. «Dopo questo primo step – ha continuato Fontana – avremo la seconda fase: tra dicembre e gennaio ci saranno infatti i congressi comunali, sempre a partire dal tesseramento che scade il 31 ottobre. La terza fase la vedremo nei primi mesi del 2012 e riguarderà le cosiddette primarie, anche se il “Tavolo delle regole” sta ancora elaborando i dettagli relativi a questo evento». Un rinnovamento integrale delle strutture del partito che va incontro proprio a quell’esigenza di avvicinare il movimento al suo elettorato. Insomma, nel Pdl va messo l’accento sulla “P” di “popolo”. «Il motto di Alfano – ha proseguito il deputato lombardo – è questo: una testa, un voto. È una grossa novità. In Forza Italia, ad esempio, avevamo i grandi elettori, che ora sono del tutto scomparsi: il voto dell’ultimo tesserato vale esattamente quanto quello del segretario Alfano». Via ai congressi, quindi. E alle tessere. «Il loro costo – ha spiegato ancora Fontana – varia a seconda che si sia associati al Pdl o semplici aderenti: per i primi il costo va da un minimo di 50 euro a un massimo di mille, per i parlamentari, mentre la tessera degli aderenti costa 10 euro. La tessera funziona a livello centralizzato per consentire rapido accesso al partito».
«Vincere nei media»
Anche Remigio Ceroni, ieri, era presente in via dell’Umiltà in qualità di coordinatore regionale delle Marche. E in questo modo ha spiegato la natura dell’incontro con il segretario nazionale: «Ci siamo visti con Alfano – ha detto – per mettere a punto la giornata del tesseramento di domenica prossima, con gazebo in tutte le città sopra i 15 mila abitanti. Stiamo costruendo sul serio il partito proprio per rilanciare l’attività politica. Un tempo avevamo molti tesserati, poi abbiamo un po’ perso per strada questo patrimonio di iscritti. Ecco, io credo che occorra ripartire dalla base dei sostenitori. E magari far capire che il governo non ha fatto poco. Purtroppo abbiamo perso la sfida della comunicazione, dobbiamo far capire le scelte che facciamo e che a volte possono essere impopolari ma che comunque sono necessarie per mantenere un posto fra le altre potenze occidentali». Le indiscrezioni, tuttavia, parlano di un Alfano concentrato anche sull’attualità politica e non solo sugli aspetti organizzativi. I brividi causati alla maggioranza dalla fronda dei cosiddetti “malpancisti” non potevano passare sotto silenzio e il segretario del Pdl ha affrontato l’argomento di fronte agli uomini del partito sul territorio. «Alfano – ha spiegato il responsabile marchigiano – ha fatto solo un accenno alle fibrillazioni in corso nel partito dicendo che cercherà di tenere conto di tutte le istanze, dicendosi certo che la ragionevolezza prevarrà. Il segretario auspica un accordo con l’Udc, che però vorrebbe abbattere il bipolarismo, ma seguirli su questa strada significherebbe rinunciare alla nostra identità. Ovvero tornare alla prima repubblica, dove si andava alle elezioni e poi, in Parlamento, ci si offriva al miglior offerente. Ma noi siamo la forza che ha dato il bipolarismo all’Italia e non possiamo stare a questo gioco. Berlusconi? Certo, anche quello è un ostacolo, dato che Casini non lo vuole. Ma Berlusconi non è più un ragazzino e prima o poi dovrà passare la mano…».
«Il Pdl c’è e combatte»
Altro che partito in crisi, quindi. E per carità, non parlatene ad Alberto Giorgetti, coordinatore del Veneto. Che guida il partito alla carica fuori dai palazzi del potere. Bisogna tornare fra la gente, dice. Perché anche le mosse più impopolari, se realmente necessarie e spiegate adeguatamente, possono essere comprese. Insomma, non dare mai la base per scontata. «Abbiamo posto grande enfasi – spiega il responsabile veneto – su questo weekend dedicato al tesseramento. Stiamo operando per un rilancio del partito e proseguire l’azione del governo. Proseguiamo con il movimentismo e, devo dire, riscontriamo un’ottima risposta. Ad esempio abbiamo svolto da poco un’iniziativa a Roma che ha raccolto 5000 persone, quindi siamo ottimisti. Noi in Veneto, per dire, puntiamo almeno ai 100 mila tesserati». Il ritorno alle tessere, ai congressi, ai voti, al territorio nasce del resto dall’esito positivo dei confronti con la base operati in questi ultimi tempi. «Sta nascendo – prosegue Giorgetti – il partito “vero”. Il primo vero appuntamento l’abbiamo avuto a Cortina, dove siamo arrivati con un grande punto interrogativo. La risposta della gente, tuttavia, ci ha spinto a proseguire su quella strada. Abbiamo capito che bisogna parlare di più al popolo, stare in mezzo alla gente. Quando questo accade la gente ci dà forza. Dicono che il Pdl sia in difficoltà: non è vero, c’è un inversione di tendenza, il Pdl è vivo e combatte. Ora lavoriamo sul territorio, senza dimenticare i contenuti e le proposte».