Manovra di madre ignota
Alla fine il dubbio resta: chi l’ha scritto questo provvedimento? Di chi è la manina che mette e leva, annuncia e non mette, promette e non mantiene? Chi ha detto dall’inizio che si sarebbe messa l’Iva al 21%, poi ci ha ripensato e poi (ma solo perché Berlusconi se l’era tenuta come “clausola di salvaguardia”) l’ha ritirata fuori? Chi ha partorito la norma dilatoria sul riscatto degli anni di laurea e poi ci ha ripensato? Chi ha sparato l’annuncio della cancellazione dei piccoli comuni scatenando caroselli di sciarpe tricolori in piazza e poi ha detto che era tutto uno scherzo? Chi ha promesso liberalizzazioni e dismissioni di patrimonio e poi ha cambiato discorso? Chi ha lanciato un ragionamento sull’età pensionabile, poi ha detto che il discorso era chiuso e ora l’ha riaperto ma solo a metà? Chi ha detto che spostando sulle domeniche successive le festività civili avremmo salvato un punto di Pil e poi quel punto ce lo ha sottratto cedendo alle pressioni dell’associazione dei partigiani? E chi è infine che ha deciso di non accettare il tetto per gli stipendi dei super-manager di Stato e per gli aristo-dirigenti della Rai e volti televisivi a due milioni a contratto? Chi è che ha fatto dire a metà italiani peste e corna sul governo per quello che annunciava di fare e all’altra metà parole di disprezzo per quello che non ha poi avuto il coraggio di fare? Insomma, qui manca anche l’ufficio stampa… E pensare che questa volta alla possibilità di dare insieme un contributo per salvare il Paese ci avevamo creduto.