Sulle pensioni si tratta (alla faccia della Bindi)
Ma perché gli esponenti del centrosinistra urlano tanto? Le norme penalizzanti sulle pensioni sono state fatte tutte dai loro governi. E chi ora alza la voce, qualche anno fa sottoscriveva, eccome, quel cambio di rotta che impauriva la gente comune, quella che va nei supermercati con i volantini delle offerte per risparmiare un po’. Proprio per questo il ministro Maurizio Sacconi ha detto che «bisognerebbe evitare polemiche ideologiche». Anche perché nulla è stato ancora deciso e il governo è pronto alle modifiche: «Siamo apertissimi a discutere sui modi di produrre un effetto finanziario ma diversamete da come oggi disposto». La partita della rivalutazione delle pensioni, quindi, è tutta da giocare. «Non dimentichiamo che le fasce più basse sono indicizzate al cento per cento», ha aggiunto il ministro, spiegando la norma. Non si procede come un carrarmato, ma con il dialogo, checché ne dicano i parlamentari del Pd che sembrano avere come unico interesse quello di creare allarme. In tempi brevi, infatti, saranno convocate le parti sociali per un rilancio delle pensioni integrative. L’Ugl, per bocca del leader Giovanni Centrella, si dice subito aperta al confronto («mai come in questo momento occorre offrire concrete speranze per il futuro aìl ceto medio-basso»). Ma restano gli irriducibili. Anzi, “le” irriducibili. Che sono scese in piazza per parlare di «soldi spariti» e «soldi scippati» dalle borse delle donne. A supportare la protesta i soliti volti noti dell’universo rosa del centrosinistra: Susanna Camusso e Rosi Bindi, al grido di «governo misogino». Ma tutto questo sa tanto di replay.