Ministro competente ed esperto? Vade retro
“In via Arenula il magistrato amico di Palamara”. Se l’Italia fosse un paese normale, i titoli sulla nomina di Francesco Nitto Palma a Guardasigilli avrebbero potuto essere questi. Parliamo di un magistrato di lungo corso, esperto, autorevole, che si è dovuto occupare di casi importanti e scottanti: dal caso Moro a Ustica, da Gladio a Ilaria Alpi. Avrebbero potuto dire tutto questo, ieri, i quotidiani. E invece no, una nomina di alto profilo viene fatta passare per una sorta di affare di famiglia, un caso di nepotismo squallido e avvilente.
Il giuramento
Intanto ieri Palma e Anna Maria Bernini hanno prestato giuramento sulla Costituzione nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Palma ha giurato da ministro della Giustizia, Bernini assume la carica di ministro senza portafoglio. La cerimonia, che si è svolta nella sala degli Arazzi di Lille del Quirinale, è durata pochi minuti. La prima ha prestare giuramento è stata Anna Maria Bernini, visibilmente emozionata, che indossava un gessato nero con camicia bianca. Poi è stata la volta di Nitto Palma, con vestito nero e cravatta blu. Ad entrambi il presidente Napolitano ha fatto gli auguri e i complimenti. Poi, al termine della cerimonia, al ministro Bernini ha chiesto: «come sta suo padre?», chiedendo del padre Giorgio, giurista e ministro del primo governo Berlusconi.
Dicono di lui
In tutto questo come titolano i quotidiani che vogliono parlare del nuovo ministro della Giustizia? Andiamo a vedere. “Il Guardasigilli amico di Previti”, scrive Il Riformista in prima pagina. E all’interno, il quotidiano diretto da Macaluso aggiunge: “Un ex giudice per dividere i magistrati”. Quest’ultimo punto è interessante: quando si ha a che fare con il nemico, persino la competenza e l’esperienza diventano un punto a sfavore. Il ragionamento – vagamente orwelliano – viene ripreso anche da Liberazione, che parla del nuovo Guardasigilli come di un “ex magistrato, con una lunga carriera alle spalle. È l’uomo giusto per dividere le toghe quando si dovrà affrontare la riforma della giustizia”. Sarebbe stato meglio, par di capire, mandare in via Arenula un dentista, un gioielliere o un muratore. Anche L’Espresso non è da meno. Questo il catenaccio dedicato a Palma: “Ex giudice a Roma, divenne grande amico di Previti e tentò di salvarlo dal carcere con una leggina ad personam. A Palazzo Madama difese gli stipendi dei senatori. Ha scritto un romanzo surreale su un uomo che parla con un gatto”.
C’è amico e amico…
Un po’ pochino, per riassumere tutta una vita e tutta una carriera. Colpisce, peraltro, l’insistenza sulla sua amicizia con Previti. Che, evidentemente, viene ritenuta un dato più interessante e rilevante del fatto che il neoministro sia stato anche un testimone di nozze di Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Insomma, non esattamente un ultras berlusconiano. Quanto al “romanzo surreale su un uomo che parla con un gatto”, confessiamo di non averlo letto. Ma il sospetto che l’espediente narrativo sarebbe stato considerato geniale e originale se utilizzato da un autore di sinistra è veramente, veramente forte.
Il maschilismo dei “buoni”
Anche l’altra nomina recentissima – quella di Anna Maria Bernini alle Politiche comunitarie, poltrona lasciata lo scorso novembre da Andrea Ronchi – solleva le ironie e le malignità dei media progressisti. L’Unità titola: “L’avvocato bolognese sulle orme di papà”. In modo un po’ subdolo si introduce il sospetto della raccomandazione, come se la Bernini fosse l’unica persona al mondo ad aver seguito le orme paterne nelle libere prpfessioni. Ma si sa, qualcosa bisogna pur inventarsi anche se non c’è nulla di cui sparlare. L’Espresso fa di peggio: “Occhioni da cerbiatto, fervente cattolica, ex finiana, è diventata popolare con le sue comparsate da Floris e Santoro. Le colleghe del Pdl la detestano, ma per lei è arrivata una poltrona nell’esecutivo”. Occhioni da cerbiatta? Perché parlando di un avvocato di rango la prima cosa che ci si sogna di mettere in evidenza sono gli “occhioni da cerbiatta”? Avrebbero fatto lo stesso con un uomo? Cos’è questo malizioso e mascilistico indugiare sul “corpo delle donne”? Il collettivo “Se non ora quando” che fa, tace? Eppure la Bernini è avvocato civilista e amministrativista, nonchè professore associato di Diritto pubblico comparato all’Università degli studi di Bologna. In passato è stata legale di Luciano Pavarotti e della moglie Nicoletta Mantovani, altro elemento su cui si sono soffermati molti commentatori. Come se la cosa avesse una qualche rilevanza che non sia quella di mostrare la competenza della signora in oggetto, giunta ad assistere clienti così importanti.
Magistrati: i bravi e i cattivi
La nomina dei due ministri ha tuttavia fornito l’occasione per mettere in evidenza un’importante nopvità: da oggi anche per la sinistra i magistrati non sono tutti uguali. No, non sono tutti uguali: per loro ci sono quelli bravi, come Woodcock. Quelli a dir poco sospetti, come Nitto Palma. E quelli delinquenti, come Papa. Chissà come sono quelli che indagano su Penati…