Jovanotti, batti un colpo: con un rap ringrazia il governo
Non ci stiamo alla leggenda metropolitana che in politica «sono tutti uguali». Perché qui di uguale a se stessa c’è solo l’opposizione che pure sulla manovra ripete – a mo’ di poesia imparata a memoria – frasi e atteggiamenti sempre identici: Di Pietro parla di «premier tappettaro» e «patacca rifilata agli italiani»; Bersani di «bastonata micidiale»; Cesa di «operazione monca». Poi c’è chi annuncia una nuova stagione di cortei e chi si avventura a paragonare il provvedimento ai peggiori film dell’horror.
Tutto come previsto, quindi. Tranne che qualcosa di realmente diverso c’è, perché sono state messe le mani in settori su cui nessuno aveva mai agito. Qualche esempio? A partire dal 2012 saranno ridotte le spese, anche di «natura amministrativa e per il personale» di Camera, Senato e Corte costituzionale. Saranno ridotti del venti per cento gli stanziamenti destinati al Cnel, al Consiglio superiore della magistratura, alle Authority indipendenti «compresa la Consob» e agli organi di autogoverno della magistratura amministrativa, contabile, tributaria, militare. I risparmi ottenuti saranno versati al bilancio dello Stato e saranno destinati «agli interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali». A questo punto, vorremmo chiedere a Jovanotti, autore dell’appello rap (inascoltato) a D’Alema costruito proprio su questi temi, se sia vero che in politica sono tutti uguali. Forse anche a lui sorge qualche dubbio. Vuoi vedere che un giorno o l’altro si troverà costretto a ringraziare il centrodestra?