La partita finisce solo al 90°
In borsa, è noto, valgono spesso più le suggestioni che i numeri. Ci sono le agenzie di rating, società private che hanno interessi propri nella finanza che, per non si sa quali ragioni, hanno acquisito l’autorevolezza per dare le pagelle ai sistemi economici, consigliando di fatto dove investire e dove non farlo. Così facendo “dopano” il mercato, creando fiducia o sfiducia nei mercati, annunciando rimonte o catastrofi, profittando così dell’ingenuità o della creduloneria degli investitori. In alcuni settori bastano previsioni metereologiche più o meno fondate per alterare il prezzo prospettivo delle merci, prevedendo buoni o pessimi raccolti.
Lo stesso vale in politica. La stampa estera, le agenzie internazionali, le banche centrali e chiunque altro possa esprimere un giudizio qualificato sulla stabilità di un governo o di un’economia tenta – spesso con successo – di condizionare le scelte degli elettori per modificare gli assetti. Non si tratta di complottismo (di complottisti ce ne sono ben altri) ma di semplice conoscenza della realtà. Basta leggere ogni tanto le cronache della fnanza per rendersi conto che le regole del gioco sono queste. E questa è la ragione per la quale, se veramente ci si convince, leggendo la stampa di proprietà di quelli che contano, che il centrodestra è arrivato alla fine, forse questa previsione un giorno si realizzerà. Come i risparmiatori possono essere convinti di sfiduciare un’azienda ritirando i propri investimenti e facendola crollare, così si può indurre gli elettori a dare per fallita un’intrapresa politica e voltarle le spalle.
Ci sono oggi esperti, astronomi e cartomanti pronti a giurare che l’esperienza del centrodestra in Italia è conclusa, che torneremo ad essere commissariati dalle finanze “nobili” inglesi, tedesche o altro perché, come sosteneva apertis verbis Romano Prodi, gli italiani non sono in grado di gestirsi da soli e non hanno classe dirigente (quando lui ne era il vertice…).
Dicono che ci abbiamo provato ma abbiamo fallito. Che il sogno di un’Italia non solo indipendente ma addirittura influente, era solo un delirio da mitomani, finito nel trivio del gossip.
La sinistra non ci può battere, ma ci possiamo sconfiggere da soli, dandoci per vinti. L’Italia non lo merita.