Paris: Yes we Kahn…. O anche no
Le magliette che facevano il verso allo slogan vincente di Obama erano già pronte, con il gioco di parole che richiamava il nome del candidato socialista alle presidenziali che in tutte le proiezioni era dato possibile vincente al secondo turno. Poi, il capitombolo. I suoi sostenitori gridano al complotto. Fino alla fine delle indagini – ovviamente – tutto è possibile. Eppure, che Strauss Kahn avesse delle rischiose debolezze era noto. Non solo le donne, ma uno stile di vita eccessivo nelle frequentazioni, nei ritmi e nelle spese. Per la sinistra però, non era né un satiro né un vizioso. Magari piuttosto un amante della bella vita, perfettamente in sintonia con la “sinistra al caviale” in cui la gauche francese ama riconoscersi. Anche Mitterand era noto per le sue scappattelle, ma gli eccessi di Strauss Kahn erano così esposti da far dire recentemente a Sarkò che, a confronto dello stile di vita del probabile concorrente, il suo poteva essere paragonato a quello di un battista americano. Inevitabile non far scivolare il pensiero a casa nostra, ovviamente, tanto da portare il quotidiano il Tempo ad osare un titolo davvero eccezionale: «Altro che bunga bunga, è un kahn kahn».
I francesi non sono certo dei bacchettoni, nemmeno a sinistra, ma anche loro hanno il vizietto di rivendicare una superiorità morale nei confronti di tutto e tutti.
Alla fine della giornata, quella che ci fa più bella figura è la minaccia elettorale Marine Le Pen, figlia ed erede del terribile Jean-Marie, incubo dell’arco costituzionale francese da più di vent’anni. Il nuovo volto della destra francese, giovane e femminile, risulta dai nuovi sondaggi come il possibile approdo del voto popolare che schifa sia i fichetti alla Sarkozy che quelli alla Segolene: tutti ben forniti di macchine sportive e compagnie appariscenti e frequentatori del bel mondo e del jet set. Tutti ben lontani dall’odore di sudore del popolo lavoratore e risparmiatore.