Oltre il Pdl un altro Pdl. Un po’ meglio
Fibrillazione. Parola orrenda che viene usata spesso per indicare serpeggiante mugugno tra le fila della maggioranza. Solo in quel caso si adotta il termine. A sinistra, dove il sindaco di Firenze Renzi da mesi propone addirittura la “rottamazione” di tutta la classe dirigente di tutte le sinistre, è “acceso dibattito”. E sia, il presidente della regione Lombardia Formigoni ha parlato di primarie per scegliere l’eventuale successore di Berlusconi e ha detto che potrebbe autoproporsi. Altri esponenti del Pdl – e in particolare i cosiddetti ex-An, rei di incontrarsi continuamente a cena – avrebbero formulato “proposte” innovative. Oddio, tanto innovative non sarebbero. Qualcuno ha rilanciato l’idea (eretica?) di fare dei congressi – pratica abbastanza comune in qualsiasi associazione. Qualcuno vorrebbe ritoccare la legge elettorale per introdurre il premio su base nazionale al Senato. Si vocifera che da qualche parte – non meglio “etichettata” – sia anche arrivata la proposta di commissariare tutte le funzioni dell’organizzazione (che sono già tutte “di nomina” quindi cosa cambierebbe?).
Gli ex-An (che definizione orrenda) ovviamente cospirano per “rifare” An. Daltronde da mesi suonano, in altre cene, fanfare in ricordo dello “spirito del ‘94” ed è partito anche qualche appello a Silvio perché torni quello, appunto, del ‘94. Sicuramente anche il premier sarebbe ben felice di tornare indietro di diciassette anni (e chi non lo sarebbe?) ma queste cose di solito non accadono. Il tempo ha il vizio di scorrere sempre nella stessa direzione. La politica non fa eccezione. Le rifondazioni, oltre ad emanare odore di stantìo, di solito non funzionano. Anzi, non funzionano mai. Che si tratti di rifondare partiti comunisti, alleanze nazionali o forze italie. In politica, dopo l’oggi, c’è sempre il domani. Uno ieri più fulgido non c’è mai. Quindi dopo il Pdl ci sarà, nientepopodimeno che… il Pdl. Magari rimescolato, con nuove regole (anche se le vecchie ancora non ha capito nessuno quali fossero), forse con un minimo, indolore ma fisiologico smucinamento di classe dirigente, ma senza traumi.
E se tanti o tutti dovessero considerare conclusa o abortita l’esperienza del Pdl, ci sarà un’altra alleanza di centrodestra (con qualcuno di più, qualcuno di meno o qualcuno di diverso).