Napoli, chiusura con il botto… contro Lettieri
La notizia della morte di Antonio Oscar Mendoza, il turista americano 67enne, originario di Portorico, vittima di un tentato scippo di un Rolex a Napoli il 18 maggio scorso, rischia di passare quasi inosservata. Un trascurabile momento di crudeltà, solletico, per una città che ne ha viste troppe e troppo presa dall’ennesimo bivio del voto, tra il vecchio che si presenta come nuovo e il nuovo che si trascina dietro l’etichetta di vecchio. Quel morto è bipartisan, non se lo fila nessuno dei due candidati, solo la Iervolino pronuncia qualche parolina di sdegno. Perché non c’è morto che tenga, a tre giorni dal voto: in città non si discute altro che di ballottaggio, si respirano i miasmi di una campagna elettorale velenosa e incerta e ci si prepara alle urne in un clima da guerriglia, e non solo psicologica.
L’ultimo attentato a Lettieri
Dopo l’aggressione dei giorni scorsi, ad opera dei centri sociali, in piazza del Gesù, l’altra notte s’è consumato un attentato vero e proprio ai danni del comitato elettorale di Gianni Lettieri. In pieno centro, in un sottoscala della sede, è andato distrutto materiale di propaganda, volantini e gazebo per la manifestazione di chiusura, prevista per ieri sera in piazza del Plebiscito. Al momento, per gli investigatori, non è possibile
formulare alcuna ipotesi sugli autori del gesto che è “sicuramente doloso”, essendo stati trovati sul posto dei razzi bengala e della benzina. Un episodio inquietante, che Lettieri, a caldo, ha commentato indicando il suo rivale, l’esponente dell’Idv Luigi De Magistris, come “responsabile morale” del gesto. Il quale, però, invece che solidarizzare e prendere le distanze dall’attentato, ha deciso di andare in procura e presentare a sua volta un esposto: «Sono un magistrato, ho sempre lottato contro ogni forma di violenza e illegalità, sono sempre stato molto attento alle deviazioni istituzionali e alle strategie della tensione. Da questo punto di vista la mia lontananza da qualsiasi strategia di questo tipo è totale, e la mia storia lo dimostra, a differenza della storia di chi si accompagna con personaggi accusati di essere collusi con la camorra e addirittura con familiari implicati in traffici di droga». Accuse, queste sì, da denuncia, giusto per riscaldare ancora un po’ i suoi fans. E l’esposto? «Sarà su presunte segnalazioni di voto di scambio al primo turno e sulla strategia della tensione che stanno portando avanti ambienti che ruotano attorno alla figura del candidato Gianni Lettieri». Una posizione aggressiva ma incomprensibile, se non con la necessità di esasperare ancora gli animi. «De Magistris è in preda alla confusione. Sta perdendo le elezioni. Lo ha capito e per questo reagisce così», ha spiegato ieri Gianni Lettieri, secondo cui «De Magistris farebbe meglio a dire con chi si sono schierati i violenti». «Gli episodi di aggressione – ha continuato il candidato del centrodestra – sono iniziati il 15 aprile scorso, quello di ieri sera è solo l’ultimo. Non dimentichiamoci quello che è successo a me personalmente, o la mia candidata che è stata colpita a una gamba». De Magistris, secondo Lettieri, «non ha mai preso le debite distanze dai numerosi episodi di violenza che hanno caratterizzato questa campagna elettorale». Inoltre, il candidato del centrodestra ha assicurato che il voto a suo sostegno è pulito. «Ho sempre detto sin dal primo momento che non volevo e non ho preso voti poco chiari», ha concluso Lettieri.
Taglialatela: «Il trend s’è invertito»
Marcello Tagliatalela, assessore regionale all’Urbanistica, è in prima fila nella campagna elettorale per Lettieri, e al telefono si mostra ottimista: «Nei primi giorni, dopo il voto, la novità De Magistris, il fatto che nessuno se l’aspettasse al ballottaggio, aveva creato un effetto positivo per il candidato dell’Idv. Oggi posso tranquillamente dire che il nostro lavoro sul programmi, sui contenuti, sta portando di nuovo in alto Lettieri. Anche perché quando il Masaniello lo porti a discutere nel merito, si affloscia inevitabilmente…». Taglialatela non si meraviglia che il candidato dell’Idv, anziché solidarizzare con Lettieri per l’attentato subito, abbia reagito denunciando il rivale: «Mi pare un evidente tentativo di sviare l’attenzione dalla realtà, visto che intorno a De Magistris s’è coagulata la sinistra ideologica e violenta, quella dell’antifascismo militante, che non aspettava altro che un capo al quale ispirarsi. Indipendentemente dalla sua volontà, è chiaro che la figura politica dell’ex pm, caratterizzata dalla volontà di distruggere l’avversario, finisce per attirare certi ambienti…». Tagliatalela, che ieri sera ha partecipato al concerto di Gigi D’Alessio per Lettieri, considera possibile la vittoria, soprattutto grazie agli elettori del Terzo polo: «Quelli che hanno posizioni preconcette, di puro calcolo politico, che hanno come obiettivo quello di cacciare Berlusconi, forse non voteranno Lettieri. Ma tutti quelli che sono da sempre anticomunisti per fede e passione politica, di certo non potranno stare con De Magistris».
Il caso D’Alessio
«Denuncio chi mi diffama». Dopo il forfait di giovedì sera a Milano e le polemiche, Gigi D’Alessio annuncia di aver dato incarico allo studio dell’avvocato Giorgio Assumma di Roma di intraprendere «tutte le necessarie azioni legali» per tutelare la sua «dignità umana ed artistica» nei confronti di quanti gli hanno rimproverato «anche con epiteti diffamatori», di non aver rispettato il pubblico che attendeva la sua esibizione a chiusura della campagna elettorale di Letizia Moratti. E non nasconde l’amarezza per gli «insulti gratuiti della Lega».