Nella riforma della scuola anche corsi di lingua. Per gli italiani? No, per stranieri

25 Mar 2015 17:38 - di Redazione

Nel ddl Buona scuola, che il premier Renzi, con la solita enfasi, va sbandierando come una grande riforma scolastica di cui l’Europa intera ci invidierà , ecco spuntare le risorse per gli i figli degli immigrati. Le scuole, nel redigere il piano triennale dell’offerta formativa, “dovranno prevedere specifiche misure per l’alfabetizzazione degli alunni stranieri, anche attraverso l’attivazione di corsi opzionali di lingua e laboratori linguistici in rete”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, spiegando in un’audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’ accordo di Schengen, le politiche di istruzione connesse all’immigrazione. Il ministro ha aggiunto che sono previste risorse ad hoc per gli interventi indicati, previsti nel ddl Buona scuola.: “sulla base delle singole proposte che arriveranno dalle scuole, il ministero metterà a disposizione le risorse umane e gli strumenti necessari”.

Scuola, il 9,7% degli alunni sono stranieri

Durante l’audizione il ministro Giannini ha quindi ricordato i “numeri” della presenza di alunni stranieri in Italia. I bambini e i ragazzi stranieri che frequentano le scuole italiane sono il 9,7% sul totale della popolazione scolastica con un dato assoluto di circa 800.000 alunni stranieri nell’ultimo anno scolastico. Oltre il 51,7% di loro è nato in Italia; i neo arrivati sono circa 30.000. Nel 2014 sono aumentati i minori stranieri non accompagnati, circa 10.000 la stragrande maggioranza dei quali appartiene alla fascia d’età adolescenziale maschile.

Scuola, alunni stranieri soprattutto negli istituti tecnici

L’aumento più significativo di alunni stranieri si registra negli istituti tecnici che rappresentano in assoluto la prima scelta dei ragazzi non italiani. Il ministro ha anche sottolineato la maggiore difficoltà dei ragazzi stranieri a completare gli studi: a 15 anni 7 studenti stranieri su 10 sono in ritardo, con tassi di ripetenze elevati soprattutto nel primo anno delle scuole secondarie. Più regolari negli studi gli stranieri di seconda generazione. Sul fronte dell’università, sono 50.000 gli studenti stranieri iscritti, con una preferenza per gli atenei statali.

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