Piccoli jihadisti crescono: ecco come l’Isis catechizza e recluta i minorenni

24 Mar 2015 15:22 - di Bianca Conte

Piccoli jihadisti crescono: sono stati almeno 400, dall’inizio dell’anno, i bambini o ragazzi sotto i 18 anni d’età reclutati in Siria dall’Isis, che a questo scopo ha aperto speciali uffici dedicati a quelli che vengono chiamati «i cuccioli dei leoni del Califfato» (Ashbal al Khilafah). Miliziani in erba sedotti dal falso mito jihadista, da utopici sogni di gloria militare e di facili conquiste economiche. Minorenni soggiogati, catechizzati e arruolati, avvicinati durante le esecuzioni sulle pubbliche piazze, alle quali capita loro di assistere, e convinti dalle illusorie promesse di denaro, armi e automobili.

Jihadisti in erba

A darne notizia l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) che nel resocontare in merito al reclutamento delle nuove leve del fondamentalismo armato, indicano tra le città in cui è stata segnalata l’apertura di questi uffici di reclutamento quelle di Al Mayadin e Al Bokamal. Non solo: a dimostrazione di come le adesioni non siano così spontanee e ispirate, alcuni testimoni hanno riferito di jihadisti impegnati nell’attirare e fidelizzare – dietro laute ricompense – alla causa dello Stato islamico bambini e ragazzi che frequentano scuole e moschee, alcuni dei quali indotti a unirsi ai ranghi del Califfato senza il permesso dei genitori. In altri casi, invece, l’Isis convincerebbe i genitori a inviare i figli ai campi militari dove i ragazzi vengono indottrinati nella Sharia e addestrati nelle tecniche militari. Una sorta di Legione straniera di matrice islamica, in cui il Verbo militare del Califfato detta legge e apre le porte dell’accoglienza (militarizzata). Non solo, nella sua opera di proselitismo armato e di persuasione neanche troppo occulta, lo Stato islamico dichiara tra proclami e volantini la disponibilità ad accogliere e prendersi cura anche di bambini che soffrono di malformazioni congenite.

Il battaglione di miliziani minorenni

Tra neofiti e adepti veterani, l’Ondus afferma di aver potuto verificare che l’Isis ha inviato il 25 gennaio scorso un battaglione di 140 miliziani, la grande maggioranza minorenni, a combattere contro le milizie curde nella città di Kobane, nel Nord della Siria: in quella occasione, sei jihadisti sotto i 18 anni sono rimasti uccisi. E per chi pensa che al peggio non c’è mai fine, arriva dall’Australia l’ultima conferma: un bambino di appena cinque anni figura accanto ad altri piccoli usati per promuovere una conferenza a Melbourne, in Australia, organizzata da un gruppo islamico fondamentalista che ha propagandato una violenta jihad, la pena capitale per gli omosessuali, amputazioni per punire il furto, e antisemitismo. A quanto ha riferito in esclusiva il quotidiano The Australian, alla cosiddetta conferenza di pace, che dovrebbe svolgersi domenica prossima, interverrà fra gli altri il noto sceicco australiano convertito Isa Graham, attivo in un centro giovanile islamico responsabile della radicalizzazione di diversi giovani, poi partiti per combattere con l’Isis. L’Islamic Research and Educational Academy (Irea), che organizza la conferenza, usa immagini di otto bambini per promuovere l’evento, nel Convention Centre di Melbourne, sottolineando la partecipazione del «più giovane dicitore del Corano in Australia»: il bambino di cinque anni. Il fondatore dell’Irea, Waseem Razvi, in una passata conferenza a Melbourne, di cui The Australian ha ottenuto una registrazione, ha descritto la posizione dell’organizzazione sulla jihad dichiarando che «non bisogna dire che l’Islam è una religione di pace. Il Profeta ha combattuto in 30 guerre – ha detto in più di un’occasione –. Noi non siamo non violenti. O meglio, siamo violenti quando ce ne è bisogno»…

 

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