Giorgia Meloni al comizio dei leader del centrodestra a sostegno di Edmondo Cirielli

"Liberare la Campania"

Orgoglio contro rassegnazione, Meloni infiamma Napoli a sostegno di Cirielli

Politica - di Eleonora Guerra - 14 Novembre 2025 alle 20:44

«Questa terra non è un problema da risolvere ma una città millenaria da celebrare, una grandezza che va riconquistata insieme». In un Palapartenope gremito a sostegno della candidatura di Edmondo Cirielli alla presidenza della Regione Campania, dal cui palco sono intervenuti tutti i leader del centrodestra, Giorgia Meloni ha richiamato l’orgoglio di Napoli, della sua grande storia, del suo grande potenziale, troppo spesso mortificato da «narrazioni che vedevano e che volevano questo popolo rassegnato, piegato». E invece Napoli trasmette «l’energia di una città magnifica, di una regione unica che non deve chiedere scusa a nessuno». E che non si vuole accontentare di politiche assistenziali.

Meloni: «La Campania non è un problema, ma una grandezza da riconquistare»

«Pensate alla Magna Grecia, a questa città di cui celebriamo i 2500 anni della fondazione, già capitale di un Regno, cuore pulsante del Mediterraneo. La Federico II, la scuola medica salernitana, Caserta gareggiava con Versailles, il San Carlo era il tempio della lirica mondiale, la prima ferrovia italiana. E poi Vico, Croce, Giordano Bruno, Caruso, Totò, Sofia Loren, Pino Daniele, hanno costituito l’identità italiana: da italiana e da patriota sono fiera di quella identità e voi dovete chiedere una classe politica che sia all’altezza di quella storia», ha detto Meloni, ricordando che anche Cirielli è «un patriota appassionato» e «un padre amorevole, un militante instancabile, un amministratore capace, un uomo di governo autorevole, un carabiniere rigoroso, un uomo orgoglioso del Sud e un mio amico». È «una persona che da sempre sa mettere il destino della sua terra e della sua gente prima del proprio destino personale».

Cirielli: «Possiamo liberare la Campania da una cricca di potere che ci ha messo in ginocchio»

Non c’è retorica nella parole di Meloni, ma l’autenticità di chi quella visione l’ha già trasformata in azione di governo, anche con il contributo dell’uomo che ora è candidato alla guida della regione: dallo stop al reddito di cittadinanza a Bagnoli, passando per Caivano «abbiamo mantenuto tutti gli impegni», ha rivendicato la premier, ricordando che si è trattato di una doppia sfida: rimettere in moto questo territorio e, più in generale il Sud, ma anche dimostrare che quelle narrazioni erano sbagliate, che i campani, come il resto degli italiani, avrebbero «capito che quello che stavamo facendo era giusto», che un altro modello era possibile, che lavoro, crescita e sviluppo potevano soppiantare le facili e nefaste politiche assistenzialistiche. «Se non sei libero, se il tuo destino, il tuo futuro, o i soldi che porti a casa, alla fine del mese dipendono dal politico di turno allora non sei un cittadino, sei un suddito», ha detto la premier, mentre Cirielli ha ricordato che «oggi possiamo cambiare la Campania e liberarla da una cricca di potere che ci ha messo in ginocchio».

I cittadini hanno capito: la Campania può essere il motore del Sud e il Sud la locomotiva d’Italia

«Chi invocava la rivolta sociale ha dovuto fare i conti con una realtà molto diversa», ha sottolineato Meloni, proclamando con orgoglio che «i cittadini hanno capito che era giusto distinguere chi poteva lavorare da chi non era in condizione di lavorare. Ci hanno guadagnato i più volenterosi, i più bisognosi, i più fragili e se si sono arrabbiati i furbi e gli approfittatori. Ce ne faremo una ragione».

E dunque chi ha descritto «il Sud come da compatire, da assistere, da sopportare non conosce questa terra, non conosce questa gente». «La Campania può essere il motore di sviluppo del Mezzogiorno e il Mezzogiorno in questi ultimi due anni ha dimostrato di poter essere la locomotiva d’Italia», ha detto la presidente del Consiglio, ricordando che «il Pil e l’occupazione nel Sud negli ultimi due anni sono cresciuti più della media nazionale, il tasso di occupazione è il più alto di sempre».

Il coro della platea: «Chi non salta comunista è»

«Vogliamo che questa terra diventi un simbolo di riscatto. Sono sicura che il mondo sarà strabiliato da questa magnifica terra» quando si terrà l’America’s cup a Napoli. Quello sul riscatto, sulla «alternativa alla rassegnazione, ai fallimenti, al clientelismo, alle prese in giro, alle fritture di pesce per ottenere voti, ai voltagabbana, a chi ha rinnegato tutto pur di sedere su una poltrona» è stato, insieme a quello su Caivano, uno dei passaggi più applauditi del discorso di Meloni, più volte interrotto anche da cori «chi non salta comunista è» e salutato infine da una vera e propria ovazione.

Caivano, da terra diseredata a modello per l’Italia

«Impossibile è una parola che usano i vigliacchi: non era impossibile, era possibile e infatti ci stiamo riuscendo», ha poi detto la premier, parlando in particolare di Caivano, simbolo del fatto che «non è vero che ci sono territori che non si possono recuperare, dove l’unica opzione è girarsi dall’altra parte, dove non può esserci speranza per chi nasce in quei territori». «Abbiamo dimostrato che se lo Stato non indietreggia, le cose possono cambiare», ha aggiunto, ricordando che da questa terra che era diseredata «è nato un modello che ora stiamo estendendo ad altri territori della nazione a partire proprio da Napoli dove, tra gli interventi che stiamo portando avanti c’è anche lo sgombero e la bonifica del campo abusivo a Scampia e la riqualificazione della piscina comunale di Secondigliano». «La sicurezza – ha aggiunto la premier – non è un vezzo, noi abbiamo fatto norme di buon senso. Non consentiremo alla camorra di distruggere generazioni e di usare bambini per fare i loro sporchi comodi».

Meloni: «Niente è scritto, siamo nati per sovvertire i pronostici»

«Pensano di potersi prendere gioco di voi, ma una politica che ha rispetto per i propri cittadini non si prende gioco dei cittadini», ha detto poi Meloni della coppia Fico-De Luca, ricordando che «Fico che definiva il Pd il pericolo pubblico numero uno del Paese, ma oggi non ha problemi ad allearsi con il Pd per fare il presidente della Regione». «Io conosco Edmondo da diversi decenni ed è rimasto sempre la stessa persona. Fiero, concreto, coraggioso, rompiscatole quando deve difendere quello in cui crede, capace sempre di andare controcorrente se è necessario a rimanere onesto con se stesso, una persona coerente. Abbiamo dimostrato una politica coerente e di avere rispetto per i cittadini che rappresenta», ha aggiunto la premier, ricordando che «la nostra storia dimostra che niente è scritto e noi siamo nati per sovvertire i pronostici».