Mi si nota di più se vado o se non vado? Atreju smaschera tutti i “rosiconi” di sinistra…

La storia infinita

Mi si nota di più se vado o se non vado? Atreju smaschera tutti i “rosiconi” di sinistra…

Politica - di Gabriele Caramelli - 2 Dicembre 2025 alle 18:19

Non potevano mancare le critiche e il brontolio di una certa sinistra, che alla vigilia di Atreju riesce a scatenarsi nel livore più assoluto, anche rispetto alla faida interna sulle ospitate, tra chi si è offerto, chi è scappato e chi è rimasto male per non essere stato invitato. Del resto, come diceva uno di sinistra, Nanni Moretti, il dubbio amletico da quella parte è stato sempre, “mi noteranno di più se vado o se non vado?”.

Eppure le premesse sono chiare, come ha spiegato il deputato di Fratelli d’Italia e responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli: “Non facciamo alcuna polemica e se anche Schlein dovesse accettare il confronto come tutti gli altri con una formula, come tutti hanno sempre fatto i leader di qualsiasi partito ad Atreju, siamo disponibili anche a integrare e modificare il programma”.

Matteo Renzi, che a quanto pare crede di avere un ruolo di rilievo rispetto agli altri leader dell’opposizione, ha tuonato: “Il confronto con me però la Meloni non vuole farlo, peccato. L’intervista singola non me la fanno. E dunque per gli amici di Roma vi toccherà sorbirvi, se proprio non avete di meglio da fare, un confronto alle 16 di sabato 13 dicembre con Casellati, Calderoli e Rampelli sulle riforme. Come vedete: noi non scappiamo mai”. Non fuggono, ma a lamentarsi sui programmi scritti dagli altri sono i campioni. Magari pensava di poterla organizzare lui Atreju, perché forse la Leopolda non gli è bastata.

Atreju smaschera i “rosiconi” di sinistra: una storia infinita di polemiche

Il leader di Italia viva non ha rinunciato a tirare una stoccata anche al campo largo: “Anche Atreju, la manifestazione dei giovani di Fratelli d’Italia, ha finito con il far discutere a sinistra. Schlein ha accettato l’invito chiedendo che ci fosse Meloni come controparte. Meloni ha accettato mettendo però in campo anche Conte. Schlein allora ha chiesto che ci fosse anche Salvini. A quel punto è finito che Schlein non andrà e che Conte pare avrà l’intervista singola”. Per lui, però, la cattiva pubblicità non esiste e quindi ha scelto di accettare la chiamata: “E noi? Stavolta – a differenza del 2024 – ci hanno invitato. E io ovviamente ci vado, perché vado sempre e ovunque”. Evidentemente ci è rimasto male per il salto di un anno, ma era già stato invitato nell’edizione del 2023 intitolata “Orgoglio italiano”.

Il lamento di Laura Boldrini: alla sinistra non rimane neanche il “monopolio” della Palestina

“Abu Mazen recentemente è venuto in Italia ma la presidente del Consiglio gli ha detto che prima del riconoscimento dello Stato di Palestina ci devono essere delle condizioni, che è assurdo come ragionamento”, è il controcanto di Laura Boldrini, deputata del Partito democratico, che si è recentemente smarcata dalle parole di Francesca Albanese: “L’affermazione sull’attacco alla redazione della Stampa non la condivido e ritengo che sia sbagliata”. Ma l’esponente dem ne guarda bene dal comprendere le reali motivazioni del conflitto, che si è riacceso il 7 ottobre 2023, con il raid di Hamas che ha massacrato migliaia di israeliani e preso in ostaggio diverse persone. Chissà, forse c’è rimasta male anche lei per non essere stata invitata…

Di sicuro la Boldrini non ha ancora compreso che lo Stato palestinese non esiste perché nei fatti non c’è neanche una moneta nazionale e tantomeno un’amministrazione lontana dal terrorismo jihadista. “Dopo di che Abu Mazen è stato invitato di nuovo (ad Atreju ndr) – ha proseguito Boldrini -. Ci auguriamo che la presidente del Consiglio lo abbia invitato per dargli la buona notizia, e cioà che l’Italia finalmente riconosce lo Stato di Palestina”. Dovrebbe ricordarsi che l’Italia è il primo Paese occidentale per gli aiuti a Gaza, firmatario dell’iniziativa alimentare dell’Onu Food for Gaza e si è anche impegnata a curare i bambini palestinesi negli ospedali della penisola. Ma ai progressisti sembrano interessare soltanto le operazioni di facciata

Fratoianni vuole che il governo alzi “la voce”: come se la confusione non fosse già abbastanza

Alla notizia che Abu Mazen tornerà in Italia per partecipare ad Atreju, si è scatenato un polverone anche tra le fila di Avs. Basti pensare a Nicola Fratoianni e alle sue parole: “Allora aspettiamo ancora che da parte di questo governo, oltre alle parole di richiamo, ci sia qualche atto concreto per dare a quel popolo, a quella terra, una speranza, una possibilità di fuoriuscire da questo ciclo infernale, che sembra non finire mai”. Insomma, ogni sforzo per loro non è mai abbastanza e a quanto pare l’olfatto per la realpolitik non passa neanche lontanamente tra gli scranni dei progressisti. Come se non bastasse il leader di Sinistra italiana ha chiesto “che il nostro governo alzi la voce“, come se la confusione dovuta al massacro di Gaza e al dolore delle famiglie degli ostaggi uccisi non avesse riecheggiato abbastanza in Occidente.