Auto, sinistra speronata dalla Ue: rinviato lo stop ai motori termici, nuova botta alle follie “green”

L'Europa ragiona

Auto, sinistra speronata dalla Ue: rinviato lo stop ai motori termici, nuova botta alle follie “green”

Economia - di Luca Maurelli - 16 Dicembre 2025 alle 18:57

Una sbandata, forse definitiva, quella che ha portato il carrozzone “green” europeo, composto anche da agguerriti esponenti della sinistra e dei verdi italiani, ai limiti della carreggiata, quasi fuori strada: la linea masochistica sulle auto “ecologiche” ed elettriche, con il conseguente abbandono dei motori tradizionali in nome di una equivoca definizione di ambiente, subisce un ulteriore colpo dopo l’ultimo voto di ieri. La Commissione Europea ha “aggiustato” gli obiettivi di decarbonizzazione del settore auto, con l’attesa modifica del regolamento sulle emissioni di anidride carbonica per vetture e furgoni. Il blocco assoluto alla vendita di vetture con motore a combustione a partire dal 1° gennaio 2035, causa della contrazione del mercato e delle polemiche accese a livello politico e industriale, svanisce attraverso una soluzione soft. La Commissione guidata da Ursula von der Leyen ha presentato il Pacchetto Automotive,  un piano di rilancio del settore automobilistico che consente di mantenere in commercio vetture anche non elettriche, a condizioni precise. Quanto basta per far arrabbiare la sinistra “green” europea-

Auto, la sinistra green delusa per il rinvio allo stop dei motori termini

Dal 2035 in poi, le case automobilistiche europee, secondo la proposta dell’esecutivo Ue, dovranno rispettare un obiettivo di riduzione delle emissioni allo scarico del 90% rispetto ai livelli del 2021, anziché del 100%, mentre il restante 10% delle emissioni dovrà essere compensato attraverso l’utilizzo di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nell’Unione, o da combustibili sintetici e biocarburanti. Questa rimodulazione consentirà ai veicoli ibridi plug-in (Phev), ai veicoli con range extender (un piccolo motore a scoppio che si accende per ricaricare la batteria quando si scarica, ndr), ai veicoli ibridi leggeri e ai veicoli con motore a combustione interna di continuare a svolgere un ruolo nel settore anche dopo il 2035, oltre ai veicoli completamente elettrici (Ev) e a idrogeno.

Ma il percorso “ambientale”, pur senza fanatismi, non sarà per questo interrotto. La tutela degli apparati produttivi europei, però, non subirà la mannaia della concorrenza cinese, aggressiva e spesso scorretta.

Prima del 2035, le case automobilistiche potranno beneficiare di ‘supercrediti’ per le piccole auto elettriche a prezzi accessibili prodotte nell’Unione Europea. Per la Commissione, questo incentiverà la vendita di un maggior numero di auto elettriche di piccole dimensioni. Per l’obiettivo al 2030 per auto e furgoni, viene introdotta ulteriore flessibilità, consentendo il ‘banking & borrowing‘ (un sistema di flessibilità temporanea, ndr) per il periodo 2030-2032. Un’ulteriore flessibilità è data al segmento dei furgoni, dove l’adozione dell’elettrico è stata strutturalmente più difficile (nei veicoli commerciali comporta una sfida ingegneristica particolarmente complessa, perché la batteria occupa molto spazio, prezioso per un veicolo di questo tipo, ndr), con una riduzione dell’obiettivo di emissioni di Co2 per i furgoni entro il 2030 dal 50% al 40%, sempre rispetto al 2021.

La Commissione propone inoltre una modifica mirata alle norme sulle emissioni di Co2 per i veicoli pesanti, con una flessibilità che faciliti il rispetto degli obiettivi del 2030. Per quanto riguarda le flotte aziendali, gli obiettivi sono stabiliti a livello di Stato membro per sostenere la diffusione di veicoli a zero e basse emissioni.

L’esultanza dei ministri Foti, Urso e Tajani

“La decisione della Commissione europea di introdurre maggiore flessibilità sugli obiettivi per il settore automobilistico va nella direzione da sempre auspicata dall’Italia. L’apertura ai motori tradizionali e ai biocarburanti anche dopo il 2035 è un primo passo che rappresenta una scelta di buon senso per difendere un comparto produttivo strategico per l’Europa, da cui dipendono 13 milioni di lavoratori e le loro famiglie, oltre a intere filiere industriali”, dice in una nota, Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei.

“Abbiamo fermato lo stop ai motori termici dal 2035. Passa la linea di Forza Italia. Questo significa contare in Europa. Una scelta che solo in Italia mette al riparo 70mila posti di lavoro”, ha dichiarato in un post su X il ministro degli Esteri e leader di Fi, Antonio Tajani. “Sì alla tutela dell’ambiente ma sempre salvaguardando la dignità della persona, di chi fa impresa e crea occupazione. Bene perseguire obiettivi contro l’inquinamento purché si tenga sempre conto della questione sociale”, ha aggiunto.

“La proposta annunciata dalla Commissione europea è un primo passo nella giusta direzione che noi per primi abbiamo indicato. È una breccia nel muro dell’ideologia, con il riconoscimento dei principi della neutralità tecnologica e del Made in Europe, anche a tutela delle imprese della componentistica. Ma ora il muro va abbattuto. Lavoreremo con gli Stati membri che condividono il nostro approccio, nella certezza che occorra una revisione dei regolamenti più organica, radicale e concreta. È il momento di scelte strategiche chiare e omogene, non di compromessi o di tatticismi”, dichiara in una nota il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui sono “apprezzabili le novità sulle piccole vetture di produzione europea e sui carburanti rinnovabili, inclusi i biocarburanti, aperture per le quali l’azione dell’Italia ha avuto un ruolo decisivo”. “Tuttavia – aggiunge – occorre estendere il principio della neutralità tecnologica anche alle flotte aziendali e realizzare una completa revisione del regolamento sui veicoli pesanti, valorizzando tutte le tecnologie. Non si può più aspettare: è questo il tempo delle riforme”.7

Germania e Francia favorevoli Francia spaccata

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha accolto positivamente la decisione della Commissione Europea che aggiusta gli obiettivi di decarbonizzazione del settore auto. “Maggiore apertura alla tecnologia e maggiore flessibilità sono i giusti passi”, ha affermato Merz. “È positivo che la Commissione stia ora aprendo la regolamentazione nel settore automobilistico”, ha affermato Merz in una dichiarazione, aggiungendo che il suo governo ora “esaminerà in dettaglio le ampie proposte della Commissione

La Francia, invece, ha in primo momento criticato la flessibilità prevista nel piano automobilistico dell’Unione Europea che consentirebbe ancora l’utilizzo di veicoli con motori termici nel 2035. “La Francia si rammarica della flessibilità concessa ai veicoli termici nel 2035 e farà tutto il possibile perché questa deroga venga eliminata durante i negoziati tra i Ventisette”, ha affermato la ministra della Transizione ecologica, Monique Barbut, intervenendo a Bruxelles. Poi l’Eliseo ha cambiato rotta dichiarando di accogliere con favore la rinuncia della Commissione Europea al piano di rendere obbligatori i veicoli completamente elettrici entro il 2035, ritenendola una decisione “equilibrata”, nonostante la ministra per la Transizione Ecologica, Monique Barbut, avesse appena espresso il proprio rammarico in merito.

(immagine creata con ausilio di Ia)