L’ultima follia della Ue: niente auto a benzina e diesel dal 2035. Il centrodestra vota no

14 Feb 2023 17:13 - di Robert Perdicchi

Stop alla vendita di auto a benzina e diesel nell’Ue dal 2035, con il no del centrodestra in Europa, che bolla come una “follia che ci costerà milioni di euro” il via libera del Parlamento europeo, in plenaria a Strasburgo, all’accordo raggiunto con il Consiglio sulla revisione delle norme sulle emissioni di anidride carbonica per le auto e i furgoni nuovi: 340 voti a favore, 279 contrari e 21 astenuti.

La Ue vieta le auto non “ecologiche”

La nuova legislazione apre la strada alla neutralità carbonica per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri nel 2035: l’obiettivo riguarda l’intero parco veicoli dell’Ue e mira a ridurre del 100% le emissioni di Co2 delle autovetture e dei furgoni nuovi rispetto al 2021. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono fissati al 55% per le auto e al 50% per i furgoni. Ora il testo dovrà essere approvato definitivamente dal Consiglio, prima di essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue.

Entro dicembre 2026, la Commissione Europea monitorerà il divario tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante ed energia e presenterà una metodologia per l’adeguamento delle emissioni di Co2, specifiche per i costruttori. E prevista un’esenzione totale per chi produce meno di mille veicoli nuovi  l’anno. I costruttori con un volume annuo di produzione limitato (da mille a 10mila nuove autovetture o da mille a 22mila nuovi furgoni) possono avvalersi di una deroga fino alla fine del 2035.

Favorite le case automobilistiche di vetture elettriche

L’attuale meccanismo di incentivazione di veicoli a zero e a basse emissioni (Zlev) sarà adattato per rispondere all’andamento previsto delle vendite: ci saranno obiettivi più bassi di riduzione per i costruttori che vendono un maggior numero di veicoli con emissioni da zero a 50g Co2/km, come i veicoli elettrici e veicoli elettrici ibridi efficienti. Dal 2025 al 2029, il fattore di riferimento Zlev è stato fissato al 25% per le vendite di nuove autovetture e al 17% per i nuovi furgoni. A partire dal 2030, l’incentivo sarà rimosso.

Con cadenza biennale, a partire dalla fine del 2025, la Commissione pubblicherà una relazione per valutare i progressi fatti nell’ambito della mobilità a zero emissioni nel trasporto su strada. Per il relatore Jan Huitema, olandese di Renew Europe, “la normativa incentiva la produzione di veicoli a basse e a zero emissioni. Inoltre, contiene un’ambiziosa revisione degli obiettivi per il 2030 e l’obiettivo emissioni zero per il 2035, cruciale per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Questi obiettivi offriranno chiarezza per l’industria automobilistica e stimoleranno l’innovazione e gli investimenti dei costruttori. Acquistare e guidare autovetture a emissioni zero diventerà meno oneroso per i consumatori e porterà a un rapido sviluppo del mercato di seconda mano. Guidare in modo sostenibile diventerà accessibile a tutti”.

Il no di Fratelli d’Italia. Fiocchi: “Perderemo centinaia di posti di lavoro”

“La decisione del Parlamento Europeo di vietare i motori a combustione interna costerà all’Europa centinaia di migliaia di posti di lavoro e lascerà un’industria europea vitale pericolosamente dipendente da batterie, materie prime e terre rare di dubbia provenienza e disponibilità. Per questo abbiamo espresso voto contrario” attacca l’eurodeputato di FdI- Ecr Pietro Fiocchi relatore ombra per l’Ecr del dossier Emissioni di Co2 per automobili e furgoni.  “Diventeremo totalmente dipendenti – continua – dai Paesi extraeuropei, in particolare dalla Cina, ad esempio per i microchip, il litio e il cobalto. L’impatto ambientale in alcuni paesi come ad esempio in Africa, dove si estraggono importanti materie prime per le auto elettriche è terribile. Dobbiamo quindi tenerne nel contesto della riduzione di Co2 che ci auguriamo. La mia speranza è che saremo più realistici quando si discuterà della riduzione delle emissioni di Co2 per i mezzi pesanti e per quelli agricoli “, conclude.

Contraria anche la Lega: “Uno schiaffo al settore automobilistico”

“La maggioranza del Parlamento Europeo confeziona oggi uno schiaffo al settore dell’automotive e a categorie fondamentali dell’economia italiana ed europea, per fare al contempo un regalo enorme a Pechino”, dicono gli europarlamentari della Lega Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega, Marco Zanni, presidente del gruppo Id, e Silvia Sardone, coordinatore di Id in commissione Envi, dopo il voto sull’accordo che prevede una riduzione del 100% delle emissioni di Co2 dei veicoli nuovi entro il 2035.

“Con il voto di oggi – proseguono – la sinistra e i suoi complici danno il via libera a un provvedimento ideologico che non solo non porterà alcun beneficio concreto per la tutela dell’ambiente, con grandi inquinatori come Cina e India che continuano ad agire indisturbati, ma che non tiene minimamente conto della situazione reale, con costi sociali ed economici pesantissimi per l’Europa e 13 milioni di posti di lavoro a rischio, di cui 120 mila solo in Italia. La Lega ha proposto con il gruppo Id una reiezione totale del documento e votato convintamente contro un testo che non ha alcun senso né economico né ambientale, che rischia di mettere in ginocchio intere filiere produttive e di rendere l’Europa ancora più dipendente dalla Cina”, concludono. Massimiliano Salini, di Forza Italia/Ppe, è a sua volta molto critico: «E’ un grave errore industriale e politico, mette a rischio fino a 500mila lavoratori del settore».

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