I radicali bocciano il digiuno di Cospito: “È violento. Pannella invece si ispirava a Gandhi”

3 Feb 2023 8:29 - di Sara De Vico

Lontano anni luce dallo spirito pannelliano della non violenza e della disobbedienza civile. Lo sciopero della fame dell’anarchico-terrorista Cospito è bocciato dai radicali. Che storicamente hanno fatto del digiuno uno dei principali e più impattanti strumenti di lotta politica. I pannelliani, al fianco del loro leader, fin dagli anni Ottanta hanno praticato la nonviolenza, ispirandosi a Ghandi. Tanto da inserire l’eroe dell’indipendenza dell’India nel simbolo del partito. Oggi di fronte a Cospito commentano amaramente “non ci piace, è uno sciopero violento”.

Cappato: lo sciopero della fame di Cospito è violento

E lo spiega bene Marco Cappato. “La differenza tra i metodi di Cospito e il metodo radicale pannelliano è innanzitutto nel rapporto con la violenza, utilizzata da Cospito e ripudiata dai radicali”. Questa differenza – aggiunge il pannelliano doc, molto impegnato sul fronte del suicidio assistito – si riflette anche sullo partner della fame. Che per i radicali ha sempre un preciso obiettivo di amore e rispetto per il diritto”.

Il digiuno di Pannella si basava sulla non violenza

Il metodo di quest’ultima iniziativa dell’anarchico, che da giorni occupa le prime pagine dei giornali, è da respingere. Proprio come le brutali gambizzazioni o le stragi. Marco Pannella ha sempre segnato la differenza fra i suoi digiuni  e quelli dei militanti di una causa violenta.

Lo strumento dell’anarchico serve per ricattare

Lo storico leader radicale, del resto, ripeteva che gli scioperi non dovevano “ottenere” qualcosa: solo il rispetto della legalità istituzionale. “La lotta politica di Cospito è sempre violenta”, sottolinea sul suo blog su Huffpost l’ex senatore Marco Perduca. “Il suo lento suicidio è in linea con il suo uso della violenza per fare policy”. Nel merito, neanche a dirlo, i pannelliani sono d’accordo con gli anarchici. Il metodo è sbagliato – dicono – ma il 41 bis va abolito.

 

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