Cristicchi: a Sanremo parlassero anche di foibe visto che sul palco danno spazio a certi squallidi…

9 Feb 2023 12:51 - di Redazione

Parlare di foibe a Sanremo: considerando che sul palco sta passando un po’ di tutto sarebbe una cosa ovvia. Simone Cristicchi lo sottolinea all’AdnKronos: “Non credo che sarebbe un problema dare 20 secondi di tempo al ‘Festival di Sanremo’, visto che si danno 15 minuti a certi personaggi squallidi…”. Un’allusione probabile alla performance vandalica di Blanco e al monologo di esaltazione della prostituzione di Angelo Duro.

“Potrebbe essere sicuramente utile. Ma – sottolinea Simone Cristicchi – ogni volta sembra quasi di dover chiedere l’elemosina per parlare di foibe. La questione è comunque delicata e va chiesta a chi dirige il ‘baraccone’ del Festival; dipende da chi sceglie e anche da chi sceglie di non dirlo. Il Giorno del Ricordo deve entrare nella coscienza collettiva degli italiani e uno spazio del genere, con decine di milioni di persone e che guardano la tv, sarebbe sicuramente utile”.

Cristicchi si appresta a ritornare al Politeama Rossetti di Trieste dopo 10 anni col suo spettacolo “Magazzino 18”, per la regia di Antonio Calenda, produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con lo Stabile di Bolzano e Corvino Produzioni. Ad impreziosire questa speciale edizione del decennale, è la presenza dell’Orchestra della Fondazione Teatro Verdi di Trieste, diretta dal Maestro Valter Sivilotti. Da oggi a domenica 12 febbraio, dunque, si potrà apprezzare nuovamente uno spettacolo che non solo ha rappresentato un grande successo per lo Stabile, ma ha emozionato il pubblico di tutta Italia, toccando in una forma nuova – quella del musical civile – un doloroso capitolo della Storia del Novecento.

E un appello a parlare dal palco dell’Ariston della tragedia delle foibe arriva anche dai senatori di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, Roberto Menia e Andrea De Priamo. “Sarebbe un bel segnale per l’Italia se la sera del 10 febbraio, Giorno del Ricordo, anche dal palco di Sanremo venisse ricordata la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo dei 350.000 italiani di Fiume, Istria, Dalmazia. Come giustamente sottolineato dalle associazioni degli esuli, il Festival musicale di Sanremo ormai costituisce una vetrina per il lancio di messaggi di ogni tipo. Sarebbe pertanto auspicabile quanto doveroso se nella kermesse musicale vista da milioni di Italiani, molti dei quali giovani che spesso poco sanno delle foibe, fosse ricordata questa drammatica pagina della nostra storia nazionale per troppo tempo censurata. Sarebbe infine anche un modo per ricordare i grandi artisti giuliani-dalmati, attori e cantanti, come Laura Antonelli, Gianni Garko, Wilma Goich, Alida Valli, Sergio Endrigo, anche loro esuli che scelsero per amore dell’Italia di rimanere liberi ed italiani”.

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