Valditara su scuola e i privati: macché gabbie salariali, il contratto nazionale non è in discussione

26 Gen 2023 15:49 - di Redazione
Valditara

Scuola, ancora polemiche strumentali contro il ministro Giuseppe Valditara. E’ bastato il suo accenno al fatto che “chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più” per scatenare Pd e sindacati. Per Maurizio Landini (Cgil) Valditara vuole tornare alla gabbie salariali. Per Elly Schlein il disegno è quello di favorire la scuola delle diseguaglianze.

Valditara: non sarà toccato il contratto nazionale

Dinanzi alle barricate dialettiche subito erette contro il dicastero di Viale Trastevere il ministro precisa:  “Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e Regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico”.

Cosa aveva detto davvero il ministro

Ma cosa aveva detto, in concreto, il ministro? “L’impegno del Governo, e mio personale – aveva sottolineato Valditara – è quello di rendere le scuole interpreti delle aspirazioni del proprio territorio e tali da attrarre nuove risorse provenienti dal mondo produttivo e non solo, perché investire nella scuola significa investire nei giovani, cittadini del domani”.

Attrarre risorse maggiori per il sistema scolastico

“Il nostro ordinamento conosce già meccanismi di incentivazione – ha aggiunto Valditara – peraltro poco conosciuti, agli investimenti privati nel sistema dell’istruzione e della formazione: mi riferisco ai benefici fiscali sulle donazioni, ai sistemi di raccolta fondi, all’istituto della sponsorizzazione e, da ultimo, alla grande opportunità che ci viene data dall’attuazione degli Its Academy. L’esperienza ci dice, tuttavia, che tali strumenti, certamente rilevanti, non sono ancora sufficienti”.

“Il mio obiettivo è quello di elaborare ipotesi, anche sperimentali e tenuto conto delle opportunità offerte dal Pnrr, volte a favorire la sinergia tra il sistema produttivo, la società civile e la scuola, nella consapevolezza che ci vorrà un approccio particolarmente innovativo per attrarre al sistema d’istruzione risorse sempre maggiori, in grado di elevare la dignità del personale scolastico e la qualità della nostra offerta formativa”.

Adeguare gli stipendi al costo della vita

Per evitare il rischio di trovare molte aziende disposte a finanziare gli istituti solo in alcuni territori, creando disparità insanabili per la scuola pubblica, secondo il ministro la soluzione è “la creazione di un fondo perequativo centralizzato e ministeriale che ci consenta, con i fondi attratti per un liceo di Brescia, di finanziarne anche uno a Palermo o un istituto professionale a Caserta”. Secondo Valditara “dobbiamo avere il coraggio di togliere istruzione e ricerca dai vincoli di Maastricht”. Inoltre “chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più”. Comunque anche con l’autonomia differenziata “non credo che il contratto nazionale verrà toccato”.

Attrarre investimenti privati per finanziare le scuole

In pratica ha parlato di attrarre investimenti privati rendendo la scuola più attrattiva e facendo in modo così che gli insegnanti che vivono in territori dove il costo della vita è maggiore abbiano maggiori risorse e ciò senza toccare il contratto nazionale. Affiancando il tutto a un fondo di perequazione che consenta di investire anche in scuole dove l’investimento dei privati non c’è.

Il sì dell’associazione dei presidi

Per l’associazione presidi è una proposta di buon senso. Lo ha detto all’Ansa Mario Rusconi specificando che l’ingresso dei privati nella scuola è già una realtà, soprattutto alle superiori e alle tecniche professionali. “Bisogna vedere le condizioni in cui il privato entra, ma le scuole hanno bisogno di fondi, le risorse a disposizione degli enti locali non sono molte. E le scuole dovrebbero avere lo statuto di Fondazioni per avere celerità nello svolgimento dei lavori e risparmio nei costi”.

 

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