Bonaccini sale su una sedia per parlare e Repubblica ne fa subito un’icona: “Che bello, ripartiamo da qui”

16 Gen 2023 8:44 - di Vittoria Belmonte
Bonaccini

Comizio improvvisato su una sedia per Stefano Bonaccini nel piazzale antistante il complesso del Belvedere di San Leucio a Caserta. L’incontro, inizialmente previsto in una sala interna dello storico ex setificio, si è dovuto svolgere all’aperto perché il numero di persone accorse, oltre 500, era di gran lunga superiore alla capienza della sala.

Bonaccini a Caserta: comizio su una sedia

Il candidato alla segreteria del Partito democratico ha quindi deciso di restare all’aperto. “Salgo su una sedia per farmi sentire da tutti, come nei comizi degli anni ‘70”, ha esordito divertito Bonaccini all’inizio del suo intervento.

Una sedia che diventa subito “icona”

Ora, sarà stato il richiamo agli anni Settanta, con le sue fiammanti passioni politiche, oppure la sedia che si sostituisce alle poltrone di cui il Pd è andato a caccia negli ultimi decenni, l’episodio rischia di diventare iconico. In un partito in preda alla confusione totale, senza più riferimenti né ideali, i cinquecento di Caserta assumono la posa eroica di chi può compiere l’impresa di resurrezione… E la sedia? Bè, la sedia sa di militanza, di sezioni polverose, di “bagno di umiltà”, di comizio vecchio stile. Insomma la sedia è il simbolo della ripartenza.

Cappellini e la “domanda di sinistra”

Ci crede davvero Stefano Cappellini che su Repubblica, non temendo di sfiorare il ridicolo, enuncia il suo solido suggerimento: il Pd riparta da una sedia. Tutto contento, ci fa sapere che si rivedono le “folle” agli appuntamenti di Bonaccini e Elly Schlein. E mica è solo curiosità. Sappiatelo. E’ una cosa ben diversa: è “domanda di sinistra”.

“Si coltiva la speranza – scrive Cappellini – che qualcuno possa riaccendere l’opposizione a un governo di ultradestra incerto, rude e pasticcione”. Contenti loro… Del resto la speranza è l’ultima a morire.

Calenda: il Pd di Bonaccini è un “fritto misto populista”

Bonaccini però quando parla ai giornali del futuro del Pd sotto la sua guida non fa trasparire elementi di novità: apre, per esempio, al rientro nel partito di D’Alema e Bersani. Un ritorno all’antico che fa rabbrividire Carlo Calenda. Che in un tweet commenta:  “Bersani, D’Alema, M5S, De Luca e Emiliano. L’involuzione di Bonaccini verso il “fritto misto populista”, è un problema per tutti i riformisti perché riduce la possibilità di alleanze a zero.

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