Bassetti: «Basta mani della sinistra sulla sanità». E dà stangate a Crisanti, Pregliasco e Galli

30 Gen 2023 11:20 - di Giorgia Castelli
Bassetti

«Il Covid va guardato con occhi molto diversi rispetto a quanto fatto negli ultimi tre anni. Bisogna fare attenzione unicamente se aumentano le forme gravi e le ospedalizzazioni. Grazie alle vaccinazioni, gli italiani non rischiano una nuova sindrome cinese». Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova  in un’intervista a Libero. Il virologo poi osserva: «Anche nel mio ambiente, come in magistratura, in università o nei circoli intellettuali, domina una mentalità di sinistra e pauperista che ritiene che un medico, per il fatto che ha deciso come lavoro di curare il prossimo, debba essere un santo e lo si possa trattare come un martire. Ma noi siamo persone, non missionari, il camice bianco è uno strumento di lavoro, non un abito talare».

Bassetti: «La medicina deve aiutare chi sta male»

Bassetti poi attacca: «Non apprezzo il dibattito di oggi sulla sanità, il concetto per cui la medicina debba aiutare i più deboli. La medicina deve aiutare chi sta male, ricco o povero che sia. Togliamo l’ideologia dagli ospedali: la malattia livella, quando si soffre si è tutti uguali». Ogni primario che si rispetti ha un padrino politico… «Un tempo, ma oggi non è più così. Il direttore sanitario e quello generale, di nomina politica, hanno tanto potere. Per i ruoli apicali in ospedale però ci sono i concorsi, che sono molto trasparenti. Il problema è più in basso, dove non c’è nessuna meritocrazia. Gli scatti di carriera, e quindi di responsabilità e di stipendio, avvengono tutti per anzianità e questo si ripercuote negativamente sulla qualità del servizio. Quando ero a Yale, il capo aveva 35 anni e i suoi collaboratori ne avevano cinquanta».

«Il mondo della sanità è da sempre appannaggio della sinistra»

“Sempre colpa della mentalità comunista?”, gli chiede Libero e lui risponde: «Inutile nascondersi dietro un dito. Il mondo della sanità, come tanti altri in Italia, è da sempre appannaggio della sinistra. Io, che sono un liberale, un ex berlusconiano, una persona orgogliosamente di centrodestra, sono sempre stato additato nell’ambiente come un figlio di papà. Se non sei di sinistra, nel mio mondo alcuni ti guardano con distacco e sufficienza». Carriera però l’ha fatta… «Non mi crede?  – dice a Pietro Senaldi che lo intervista – Pensi ai miei colleghi giunti alla ribalta grazie al Covid come me. Crisanti, Lo Palco e Pregliasco si sono candidati con la sinistra. Galli si è sempre vantato di aver fatto il Sessantotto. La Viola nei suoi interventi televisivi non nasconde le proprie simpatie, parlando quasi più di politica che di medicina. E vogliamo parlare dei consulenti del ministro Speranza ai tempi del Covid?». E poi conclude: «La prima ondata ha colpito Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria, ma non uno dei medici del Comitato Tecnico Scientifico proveniva da quelle regioni. Ha gestito l’epidemia chi non l’aveva mai vista. Noi che la combattevamo in prima linea non siamo mai stati interpellati».

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