Allarme dei medici di famiglia: «Mancano i farmaci, pronto soccorso in affanno»

9 Gen 2023 15:17 - di Mia Fenice
farmaci

La carenza di alcuni farmaci, in particolare antinfiammatori e antipiretici preoccupa i medici di famiglia. «Si tratta degli strumenti quotidiani della nostra attività. Una limitazione può avere diverse conseguenze non solo terapeutiche ma anche sull’efficienza del Servizio sanitario nazionale e sull’intero sistema socio-economico». A dirlo all’Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale in merito alle difficoltà di reperimento di medicinali, alcuni dei quali molto comuni, registrata nelle ultime settimane.

«Non possiamo meravigliarci se alcuni cittadini ricorrono al pronto soccorso»

A fronte della difficoltà di approvvigionamento, infatti, «non possiamo meravigliarci se alcuni cittadini ricorrono al pronto soccorso sperando di avere risposte, e aggravando così la pressione su queste strutture», dice Scotti. Inoltre questo fenomeno «può ritardare la cura. Il paziente ci mette qualche giorno a iniziare la terapia e questo incide non solo sulla salute, che è l’aspetto che più ci interessa, ma anche a livello economico. Questi farmaci infatti possono abbreviare la durata della sintomatologia, per le persone che lavorano, quindi, significa perdere giornate di attività che, sommate all’ampio numero di pazienti, pesano non poco».

Quali sono i farmaci che mancano

Molti dei farmaci in carenza «sono quelli più utilizzati in un periodo come questo, con una stagione influenzale intensissima. Antinfiammatori, antipiretici, qualche antibiotico. L’ibuprofene, in particolare, che è stato particolarmente usato nelle prime fasi di Covid», conclude Scotti, respingendo l’idea di una iper prescrizione da parte dei medici di famiglia di queste molecole e sottolineando la necessità di «consultare sempre il proprio medico prima di sostituire il farmaco, soprattutto per i pazienti con politerapia e soprattutto non sostituire la molecola senza un’indicazione precisa del camice bianco».

Influenza, Iss: casi ancora in calo

Scende ancora il numero dei casi di sindromi simil-influenzali in Italia. Dal 26 dicembre 2022 al 1 gennaio 2023 (52esima settimana), «l’incidenza è pari a 12,2 casi per mille assistiti (13,7 nella settimana precedente). Sono circa 719mila i contagi registrati, per un totale di circa 6.850.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza». Lo riporta il bollettino Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss) con i dati relativi alla 52esima settimana (26 dicembre 2022 – 1 gennaio 2023). La settimana precedere erano 809mila i contagi.

In calo l’incidenza «in tutte le fasce di età, tranne che negli anziani in cui si osserva un lieve aumento. Risultano comunque più colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni di età, in cui l’incidenza è pari a 34,6 casi per mille assistiti (42,2 nella settimana precedente)», prosegue il report. Scendono a due le Regioni (Valle d’Aosta, Abruzzo) in cui l’incidenza ha superato la soglia di massima intensità.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *