Pelè, l’addio a “O Rei” del calcio, mito di tutti, leggenda di sempre. Il ricordo di politici e calciatori

29 Dic 2022 21:41 - di Ginevra Sorrentino
Addio Pelè

È stato indiscutibilmente O Rei, come lo soprannominarono incantati ed entusiasmati i suoi connazionali brasiliani. Un monarca assoluto e illuminato, che in una vita da record ha regalato un talento dalle ascendenze stellari. Unico calciatore a vincere tre mondiali, il primo a 17 anni. Autore dei gol più incredibili. Un nome e una carriera, quelli che gli appartengono, iscritti nella gloria del pallone che tra i suoi piedi diventava una sfera magica capace di stregare gli avversari e di sfidare le leggi della geometria e i calcoli delle probabilità.

Nell’addio a Pelè la commozione e la gratitudine del mondo

«Per quelli della mia generazione era “il calcio”. La leggenda del pallone, il mito che dal Brasile ha ispirato intere generazioni», scrive su Facebook il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, in onore dell’ex calciatore brasiliano, scomparso questa sera dopo una lunga malattia. «Ricordo – continua il governatore lombardo – il primo gol segnato all’Italia nella finale della Coppa del Mondo in Messico. Ci illudemmo con il pareggio di Boninsegna… Ma poi il grandissimo O’Rey trascinò il Brasile al trionfo. Vederlo giocare è stata una grande emozione. Riposa in pace campione».

Tajani: «Leggenda del calcio e mito della mia infanzia, per sempre O Rey»

Un mito assoluto. Una leggenda vivente che l’illusione di un mondo globalizzato, tra interviste e apparizioni tv, ci aveva quasi convinto a credere che fosse immortale. Onnipresente. Sempre pronto a raccontare di sé. Della sua vita. Dei suoi prodigi sul tappeto verde. E invece, una lunga malattia ripresentatasi a più riprese. E sempre più abile nel dribblare farmaci e terapie, lo ha sottratto all’affetto della sua grande famiglia allargata. Allo stupore dei suoi estimatori, perennemente disposti a lasciarsi soggiogare e ipnotizzare dalla sua maestria. Da tutto quello che oggi fa dire di lui al ministro degli Esteri Antonio Tajani, che gli tributa un commosso addio via Twitter: «Una leggenda del calcio mondiale. È stato il mito della mia infanzia. Addio Pelè, per sempre O Rey».

Foti (Fdi): «La morte di Pelè ci addolora. Ci mancherà, era un fuoriclasse assoluto»

Un messaggio di commiato che commuove a parole, e che diventa struggente postando a corredo di quelle parole, la foto di Pelè trionfante con la maglia della nazionale brasiliana. Perché, come ha opportunamente sottolineato, sempre su Twitter, Tommaso Foti – Presidente del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera – che: «La morte di Pelé ci addolora. Oggi se ne va uno dei più forti giocatori del calcio mondiale. Un fuoriclasse assoluto che ha scritto la storia di questo sport. Ci mancherai O Rey».

Addio a Pelè, Gravina: «Un dolore enorme, oggi lo sport piange un grandissimo. Era il calcio»

E di «dolore enorme» ha parlato anche Presidente della Figc Gabriele Gravina, che nel suo addio a Pelè ha dichiarato: «Oggi lo sport piange un grandissimo, perché Pelé era il calcio. Anche grazie a lui, infatti, è diventato il gioco più amato e praticato in tutto il mondo. In lui milioni di persone si sono riconosciute in una bellissima storia di riscatto e di grande passione. La sua classe illuminerà per sempre i nostri occhi»…

Da Roma a Bruxelles, un cordoglio condiviso. Mestola: «L’Ue si unisce al Brasile in lutto»

Un talento senza confini, il suo. Un dolore sconfinato quello per la sua perdita. Dal Brasile a Bruxelles, passando per Parigi, in queste ore di sgomento e di lutto condiviso, anche il presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ricordando Pelé, scomparso oggi, ha voluto ricordare come il fuoriclasse brasiliano fosse «uno dei più grandi, se non il più grande. Ha intrattenuto miliardi di persone, ha introdotto generazioni alle gioie del calcio. E ha mostrato al mondo che non c’è sogno troppo grande. L’Europa si unisce al Brasile e al mondo in lutto per un gigante del bel gioco. Possa riposare in pace».

Pelè secondo Macron: «Il gioco, il re, l’eternità»

Solo tre, ma significative parole, invece, quelle che bastano al presidente Macron per esprimere il proprio cordoglio e descrivere la grandezza del campione appena scomparso. «Il gioco. Il Re. L’Eternità». Così in un tweet con una foto di Pelé che celebra un gol, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron ha tributato il suo messaggio d’addio all’ex calciatore brasiliano, mito di tutti, leggenda di sempre…

CR7: «Addio al Re con profondo dolore per tutto il Brasile»

«Le mie più sentite condoglianze a tutto il Brasile, e in particolare alla famiglia del signor Edson Arantes do Nascimento. Un semplice “addio” all’eterno Re Pelé, non sarà mai abbastanza per esprimere il dolore che abbraccia in questo momento tutto il mondo del calcio». Così su Instagram Cristiano Ronaldo ricorda Pelé, scomparso oggi a San Paolo all’età di 82 anni. Definendolo «un’ispirazione per milioni di persone. Un riferimento a ieri, oggi, sempre. L’affetto che hai sempre dimostrato per me è stato ricambiato in ogni momento. Condiviso, anche a distanza. Non sarà mai dimenticato. E la sua memoria resterà per sempre in ognuno di noi amanti del calcio. Riposa in pace Re Pelé», aggiunge il 37enne portoghese, 5 volte pallone d’oro.

L’addio a Pelè di Totti: «Tu, il calcio…»

E dopo Ronaldo, anche l’ex capitano della Roma, Francesco Totti, in una storia su Instagram ha commentato la scomparsa del campione brasiliano. Il messaggio, abbinato a una foto di Pelé che palleggia in campo, recita: «Tu, il calcio. Ciao O Rei»

Sacchi: «Ci lascia un grandissimo campione e io perdo un amico»

Per Sacchi, infine, Pelè «è stato un grandissimo giocatore, forse il più grande. Da quando guardo il calcio lui insieme a Maradona e Di Stefano sono stati i migliori. E dopo loro metto Cruijff e Messi». L’ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi ricorda così all’Adnkronos, il fuoriclasse scomparso oggi a San Paolo all’età di 82 anni. «Io l’ho anche allenato in una partita esibizione nel 1990 – aggiunge –. Aveva quasi 50 anni e la mia squadra vinse quel match. E lui, scherzando alla fine della partita, mi disse: “Mi devi la rivincita tra 50 anni. Non so dove la faremo questa partita”… Da allora ci siamo incontrati svariate volte, ed è nata un’amicizia. L’ultima volta l’ho visto 2-3 anni fa. Poi purtroppo, tra la pandemia e i suoi problemi di salute, non è stato più possibile», ha concluso tristemente l’ex allenatore del Milan…

 

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