Migranti, scafista egiziano arrestato a Milano. Romano La Russa: «Non stupisce si sia nascosto qui»

5 Dic 2022 19:22 - di Luciana Delli Colli
scafista

Un egiziano di 29 anni è stato arrestato a Milano con l’accusa di essere uno scafista. L’uomo, sul quale pendeva un fermo emesso dalla procura di Agrigento per uno sbarco avvenuto a Lampedusa il 17 agosto, è stato rintracciato dalla Squadra mobile nella zona di via Padova, ad alta concentrazione di migranti.

L’accusa all’egiziano arrestato a Milano: fu lo scafista di un drammatico sbarco a Lampedusa

L’identificazione dell’egiziano come uno degli scafisti di quello sbarco è stata possibile grazie alle testimonianze dei migranti, per lo più bengalesi, che, partiti dalle coste libiche, si trovarono a viaggiare in condizioni di grave pericolo: erano 82, su un barcone di 12 metri e senza salvagenti o altri strumenti si salvataggio. Soccorsi al largo di Lampadusa, i migranti erano stati poi portati all’hub dell’isola. Tra di loro, secondo quanto ricostruito attraverso le testimonianze, vi erano 8 scafisti: tre egiziani e cinque sudanesi. Dei tre egiziani, due erano stati rintracciati nel Napoletano, l’ultimo a via Padova a Milano, dopo un controllo in strada e i relativi accertamenti.

Romano La Russa: «Non stupisce si sia rifugiato qui, via Padova è un suk»

«Non stupisce che questo trafficante di uomini si sia nascosto per quasi quattro mesi proprio a Milano, città che ha il record in Italia per numero di clandestini che superano ormai i 50 mila», ha commentato l’assessore regionale alla Sicurezza, polizia locale e immigrazione, Romano La Russa, parlando della zona di via Padova come di un «suk».

«Milano ha bisogno di sicurezza, non di pic-nic equosolidali»

«Ringrazio la Squadra Mobile per l’ottimo lavoro svolto. Senza la loro professionalità lo scafista sarebbe ancora a piede libero, certo di trovare un rifugio sicuro nella Milano multietnica dell’accoglienza senza se e senza ma», ha proseguito l’assessore regionale, sottolineando che «pic-nic equosolidali, marce a favore dell’immigrazione volute dal candidato alle regionali Majorino quando era assessore al Welfare, hanno sicuramente eletto Milano città aperta per clandestini». «Milano – ha quindi concluso Romano La Russa – ha bisogno di sicurezza e legalità, non può rappresentare il porto sicuro per questi personaggi».

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