Lo ammette anche Bonaccini: «Il Pd ha perso il contatto con le persone e con la realtà»

27 Dic 2022 13:57 - di Redazione
Bonaccini

Il Pd? «Ha perso il contatto con le persone e la realtà quotidiana». Parola consegnate a Libero da Stefano Bonaccini, il più accreditato nel poker di nomi – gli altri sono Elli Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperloin lizza per la segretaria dem. Il governatore dell’Emilia-Romagna ha dunque ottime chance per imporsi alla guida di un partito che lui stesso giudica «disconnesso» dalla realtà. Non è solo una sua opinione, dal momento che a certificarlo sono anche i dati del tesseramento, in drammatico calo, e quelli dei sondaggi elettorali che danno il Pd al di sotto del 15 per cento. Non stupisce, perciò, che Bonaccini voglia ripartire proprio da quel che c’è.

Così Bonaccini a Libero

«Le alleanze verranno dopo», precisa. Prioritaria, a suo giudizio, è ora la messa in sicurezza del partito, svuotato dai troppi anni passati nella stanza dei bottoni. È quel che riconosce anche il governatore. «Troppe volte – sottolinea – il Pd è stato al governo senza aver vinto le elezioni. Ora cinque anni all’opposizione potranno farci bene». Sarà. Il problema, tuttavia, è anche di contesto. La sinistra è un campo di macerie, altro che “campo largo“. E il primo a saperlo è proprio Bonaccini, che sulle alleanze si mantiene guardingo, limitandosi ad auspicare un Pd «a forte vocazione maggioritaria come perno di un nuovo centrosinistra in grado di battere la destra alle urne». Vaste programme, direbbe De Gaulle.

«Renzi? Scelte diverse»

In realtà, i rapporti a sinistra sono molto più complicati di quanto si crede. Il M5S ormai fa aperta concorrenza al Pd mentre il Terzo polo si sta sperimentando nel ruolo di spina sul versante centrista della possibile coalizione. Il rischio è quello di un Pd cannibalizzato, sul modello francese, da Conte e da Calenda. Ai due Bonaccini aggiunge anche Renzi: «Stanno legittimamente portando le proprie ragioni». Un fair play, il suo, dettato solo dalla conoscenza delle regole della politica e non dall’amicizia che lo lega(va) all’ex-Rottamatore. «Parlano i fatti – conclude infatti Bonaccini, riferendosi a Renzi -: lui ha lasciato il Pd per fondare quello che a oggi è un piccolo partito moderato. Io sono una persona di sinistra, sono rimasto nel mio partito e mi candido per farlo più grande e più forte».

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