D’Alema prova a liquidare lo scandalo: gli uomini del Qatargate dalemiani? Lo contesto…

18 Dic 2022 10:05 - di Redazione
D'Alema

Un po’ minimizza, un po’ prende le distanze, un po’ finge di non capire. Così Massimo D’Alema, interpellato dal Corriere della Sera sul Qatargate, si scrolla di dosso non senza fastidio le ombre dello scandalo che sta travolgendo sinistra e Pd. Sulla figura di Antonio Panzeri dice di essere “colpito e addolorato”. Tuttavia reagisce: “Non trovo però accettabile che si prenda questa vicenda e la si usi come una clava per demolire una storia e una classe dirigente, facendo confusione tra cose che sono totalmente non assimilabili tra loro”.

D’Alema: Panzeri e Cozzolino li ho stimati ma non sono dalemiani

Panzeri e Cozzolino erano dalemiani? “È un aggettivo il cui utilizzo, com’ è noto, ho sempre contestato. Panzeri è uno degli esponenti che ha aderito ad Articolo 1, Cozzolino no, comunque sia sono persone che conosco da anni e che ho stimato. Nel caso di Panzeri parliamo dell’ex segretario della Camera del Lavoro di Milano. Una figura con una storia sindacale importante alle spalle, non certo l’assistente di D’Alema”.

Quindi il tentativo di ridimensionare: “Devo dire che ho molti dubbi sul fatto che questo tipo di pressioni abbia impedito all’Europa di prendere le sue decisioni. Infatti a me risulta che il Parlamento europeo si sia pronunciato in modo molto severo rispetto al tema dei diritti umani in Qatar. Comunque sia, anche soltanto il tentativo di condizionare le istituzioni attraverso un’opera corruttiva è inaccettabile”.

D’Alema: non faccio il lobbista e non sono un affarista

Gli si ricorda una conferenza del Mediterraneo organizzata dal Pd e dai Socialisti europei nel 2012 in cui proprio D’Alema fece l’intervento conclusivo. “Non mi risulta che parlare a un convegno sia un reato”. Quanto alle parole del vicesegretario dem Provenzano che lo ha accusato di fare il lobbista, D’Alema replica: “Io però non faccio né l’affarista né il lobbista. Da diversi anni ho un’attività di consulenza prima di avviare la quale, è agli atti, ho scritto al segretario Speranza una lettera di dimissioni dagli organismi dirigenti di Articolo 1. Non faccio un’attività sotterranea. È tutto trasparente, tutto controllabile”.

Gli affari con la Colombia? “Ho commesso un’imprudenza”

Nessuno scandalo se vuole dare “un contributo al servizio dello sviluppo economico”. E gli affari con la Colombia? “Ho dato una mano a un imprenditore con una qualche imprudenza, lo ammetto”. E i ventilatori difettosi dalla Cina? “Il modello lo ha scelto la Protezione civile”. Nulla da rimproverarsi, tutto trasparente.

Domani la moglie di Panzeri davanti alla Corte d’appello di Brescia

Domani intanto Maria Dolores Colleoni, moglie dell’ex eurodeputato del gruppo S&D Pier Antonio Panzeri arrestato a Bruxelles con le accuse di corruzione e riciclaggio, comparirà davanti alla corte d’appello di Brescia dopo le manette – scattate dieci giorni fa – su mandato di arresto europeo. Per la giustizia belga l’ex europarlamentare del Pd e poi di Articolo Uno è componente di “un’organizzazione criminale” che sarebbe finanziata da Marocco e Qatar, e la moglie (così come la figlia) “sembra essere pienamente consapevoli delle attività” del marito e sembra “persino partecipare nel trasporto dei ‘regali’ dati al Marocco da A.A., ambasciatore del Marocco in Polonia” come si legge nel mandato firmato dal giudice Michel Claise.

All’udienza che si terrà a porte chiuse sarà presente la 68enne, svela all’Adnkronos l’avvocato Nicola Colli che insieme al collega Angelo De Riso, assiste madre e figlia (per lei l’udienza è fissata per martedì 20 dicembre) ora ai domiciliari.

“Nell’udienza di lunedì la corte d’Appello di Brescia dovrà giudicare se accogliere la richiesta belga in base al mandato di arresto europeo. Ci sono presupposto piuttosto stringerti, ma ci sono anche spunti per la difesa per non chiedere la consegna. Non voglio dire oltre, non voglio svelare prima le nostre carte”. La decisione collegiale dei giudici è attesa in tempi brevi, entro Natale o al massimo i primi di gennaio.

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