Ucraina, Crosetto: «La guerra non si è fermata. Si rischiano dieci milioni di migranti invernali»

16 Nov 2022 18:26 - di Giorgia Castelli
Crosetto

«Mi preoccupa moltissimo l’evoluzione dei bombardamenti, la difficoltà dei civili di affrontare l’inverno. E chiarissima la tattica, creare migranti invernali, persone che non saranno in grado di scaldarsi, parliamo di milioni di persone che potrebbero avere la necessità di uscire dall’Ucraina e arrivare in Europa per sopravvivere, dai 7 ai 10 milioni secondo i più pessimisti. Questa tattica continua ad aumentare nervoso su nervoso, irritazione e odio, l’ambiente è sempre più difficile». Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite questa sera a Porta a Porta.

Crosetto: «La guerra non si è fermata, si sono fermati alcuni scontri terrestri»

«I russi stanno cercando di distruggere il sistema energetico ucraino, per togliere alla popolazione la possibilità di scaldarsi in inverno in un Paese dove la differenza tra scaldarsi o meno equivale alla differenza tra vita e morte – ha continuato – La guerra non si è fermata, si sono fermati alcuni scontri terrestri perché l’inverno li rende più difficili ma la violenza della guerra si esercita in un altro modo che ha un impatto anche psicologico su una nazione già provata. Di fronte a questo la reazione Ucraina è comprensibile e ci si difende anche attaccando».

«Sulle armi ancora nessun sesto decreto»

E poi assicura: «Ad oggi tutti parlano di un sesto decreto, e vi assicuro di non averlo ancora visto in formazione. Per adesso non c’è ancora nulla sul tavolo, il ministero della Difesa sta dando esecuzione ai cinque decreti fatti dal governo precedente».

Crosetto: «Alcune ong sembrano centri sociali in acqua»

Crosetto si è soffermato a parlare delle ong e dei migranti. «Alcune, non tutte le ong, non tutte, sembrano strumenti ideologici e centri sociali in acqua. (…) Il problema va affrontato in Europa per una soluzione complessiva al problema immediato prima e a lungo termine poi – ha poi  sottolineato – Ho parlato col mio collega francese, ci siamo già incontrati due volte anche ieri per parlare di difesa europea e anche di sicurezza nel Mediterraneo a 360 gradi da tutti i punti di vista».

Sul missile caduto in Polonia

Quanto al missile caduto in Polonia racconta: «Stavo tornando da Bruxelles quando mi è arrivato un messaggio da capo dello Stato Maggiore della Difesa italiana che mi informava dell’avvenimento ma non avevamo alcuna notizia. La prima ora è stata molto difficile e convulsa perché non si capiva la provenienza, poi “per fortuna” tutto si è risolto oggi con la notizia che si tratta di un missile che arriva da parte Ucraina il che ha impedito che ci fosse una degenerazione del conflitto che già sta incidendo in maniera drammatica sulle nostre vite e su quelle Ucraina». Crosetto ha poi continuato: «Secondo le ultime notizie pari si tratti di un missile ucraino che non ha centrato l’obiettivo ed è caduto – ha aggiunto – ma la prova definitiva non esiste ancora ma è l’ipotesi ora più accreditata. Ieri mi sono sentito con il segretario generale della Nato Stoltenberg perché era necessario mantenere la calma, buttare acqua sul fuoco perché la situazione è già esplosiva così».

Crosetto: «Mi preoccupa la situazione tra Kosovo e Serbia»

In Polonia lo spazio aereo è difeso «anche da aerei italiani. Attualmente sono quasi 1700 i militari impegnati in tre nazioni diverse della Nato per garantire che non possa accadere nulla di più grave». Ma Crosetto è preoccupato anche per un «altro fronte che non si è ancora aperto, la situazione che sta degenerando nei rapporti tra Kosovo e Serbia. Con il ministro Tajani – ha annunciato – abbiamo deciso che la prossima settimana andremo sia in Kosovo sia in Serbia perché pensiamo sia utile la nostra presenza per scongiurare che possa degenerare una situazione ancora più vicina all’Italia. Abbiamo il comando della missione Kfor, siamo il contingente principale in quella zona, abbiamo sempre contribuito a mantenere la pace e per una stupidaggine come le targhe delle macchine stanno succedendo cose molto gravi che non vorrei avessero conseguenze peggiori».

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