Saviano teme attentati a causa del processo e annulla due incontri in Emilia. FdI: “Ridicolo polverone”

23 Nov 2022 17:15 - di Monica Pucci

Ha paura, Roberto Saviano, e allora annuncia al mondo che lui, per proteggere l’incolumità altrui, non parteciperà a due incontri già fissati al Teatro Valli di Reggio Emilia, domenica 27 e lunedì 28 novembre, per presentare il suo ultimo libro. Colpa del processo a suo carico, lascia intendere, che lo vede imputato per diffamazione per aver dato dei “bastardi” a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Quanto basta per fargli pensare che non sia il caso di andarsene per convegni, nonostante una cospicua scorta. “C’è un clima di odio, non ho scudi…”. Ma da chi? Ma perché il governo gli ha tolto al protezione?

Saviano e la rinuncia ai due incontri di Reggio Emilia: “Non mi sento protetto”

“Rinuncio, in queste settimane di attacchi continui, per timore di esporvi, di esporre chi mi ospita: responsabilità, questa, che sento gravosissima. E la sento tanto più perché vedo la lontananza siderale di chi, da posizioni di forza, potrebbe schierarsi, esprimere un’opinione e invece tace. Rinuncio adesso perché vivere in queste settimane occasioni pubbliche, per me, è difficile. L’esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno perché l’odio è tangibile e non esiste alcuno scudo”, scrive Saviano al sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi.

Il quale, ovviamente, invece di rassicurarlo, solidarizza con lui. “Come sindaco e come presidente della Fondazione ‘I Teatrì – ha detto Vecchi in una nota – mi preme dirti che non sei solo: la città che ti ha conferito la cittadinanza onoraria è al fianco di chi si impegna in prima persona contro la criminalità organizzata, per la legalità e la sicurezza. Qui stiamo e qui ci troverai, sempre”. Quando si dice, il senso dello Stato e la fiducia nelle istituzione e nelle forze dell’ordine…

La cittadinanza onoraria  Saviano mai ritirata a Reggio Emilia, secondo FdI

Paure legittime? No, un assurdo polverone ingiustificato, a detta di Fratelli d’Italia di Reggio Emilia, come spiega Marco Eboli, coordinatore cittadino di FdI: “Lui mette in relazione questo clima con la prima udienza del processo che lo vede imputato per avere, nel 2020,nel corso di una trasmissione televisiva, definito bastardi Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Lo scrittore si dipinge vittima di un reato di opinione. In democrazia l’opinione la si può esprimere senza offendere come ha fatto Saviano. Ora che Giorgia Meloni è Presidente del Consiglio, Saviano cerca di apparire come la vittima del potere, ma la querela fu presentata quando Giorgia Meloni e Fdi erano l’unica opposizione al Governo Draghi, quindi il tentativo non regge. Saviano, nel frattempo non ha mai chiesto scusa a Giorgia Meloni e Matteo Salvini”.

Nessuna paura quando firma le copie del suo libro…

Eboli poi ricorda quanto sia pretestuosa la sua rinuncia a venire a Reggio. “Molti anni fa, quando Saviano fu minacciato dalla camorra, dopo aver scritto Gomorra, io, allora Capogruppo di Alleanza Nazionale, presentai una mozione in Consiglio comunale per concedergli la cittadinanza onoraria, proposta approvata all’unanimità. Ebbene, pochi giorni dopo Saviano, con scorta, venne a presentare il suo libro alla Libreria dell’Arco, ma non trovò il tempo di recarsi in Municipio per ritirare la cittadinanza onoraria. Le fotografie della presentazione del libro, pubblicate da tutti i giornali locali però, testimoniano come una vera e propria folla si accalcava fuori e dentro la libreria, ma lui, che allora poteva correre rischi per la sua incolumità, era beato a firmare autografi. Saviano, venga pure a Reggio Emilia, che non rischia proprio nulla ed eviti di sollevare inutili polveroni, magari, scrivendo una lettera pure a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per chiedere scusa delle offese a loro rivolte…”.

Nuovo fango sull’Italia dallo scrittore di Gomorra

Anche oggi, sul Guardian, Saviano aveva gettato fango sull’Italia facendo la vittima sul processo al quale deve sottoporsi. “Ho sempre difficoltà a spiegare i contorni della vicenda che mi vede al centro di tre processi con altrettanti ministri di questo governo ai giornalisti stranieri, perché per la stampa internazionale quello che mi sta succedendo è ai limiti dell’incredibile, sempre che si parli di Paesi che si definiscono democratici…”. Il democratico è lui che può dire bastardo a tutti perché è uno scrittore famoso? Sì, è davvero incredbile.

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