Saman, la svolta: il padre arrestato in Pakistan, la madre resta l’unica latitante. Si aspetta l’estradizione

16 Nov 2022 9:01 - di Greta Paolucci
Saman

Shabbar Abbas, il padre di Saman è in manette. La svolta nel caso della ragazza pakistana scomparsa tra la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, arriva nella serata di ieri dai canali social della trasmissione di Rete 4 Quarto Grado. A riferirla, in esclusiva assoluta, è la giornalista del programma Anna Boiardi. E, subito dopo, i particolari dell’arresto dell’uomo in Pakistan chiariscono i motivi del fermo. Precisano che della moglie Nazia Shaheen al momento non si conoscono le sorti. Fanno sapere che Shabbar sarebbe finito in manette però non per l’agghiacciante omicidio della figlia – di cui le autorità italiane lo considerano responsabile – ma bensì per una frode, ai danni di un connazionale, da ventimila dollari, pari a cinque milioni di rupie pakistane.

Saman, arrestato il padre in Pakistan

Dunque, un anno e mezzo dopo il presunto omicidio della figlia 18enne, il padre di Saman è in arresto. Mentre ancora si cerca il corpo della giovane, di cui non si hanno più notizie da quella terribile notte. Nonostante il fermo dei familiari della vittima, che le autorità italiane considerano gli autori del delitto: lo zio di Saman, Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio. E i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Perché le indagini non si sono mai fermate. E il primo a essere arrestato è stato Ikram, che cercava di fuggire all’estero con il fratellino di Saman, che si trova in una comunità protetta, ed è il principale accusatore dei suoi parenti al momento. In particolare di Danish. Quest’ultimo e Nomanhulaq sono invece stati arrestati dopo il mandato d’arresto europeo spiccato nei loro confronti.

Qualche giorno fa il Paese asiatico aveva emesso un ordine di cattura

Al momento si procede contro Shabbar solo per frode, ma la polizia del Punjab, la regione dove vivono e sono fuggiti Shabbar Abbas e la moglie Nazia all’indomani della scomparsa di Saman, afferma che per ora non è ancora arrivata alcuna richiesta “ufficiale” dalla polizia italiana – riferisce sempre il programma di Mediaset –. E che, «se ci saranno passi ufficiali da parte dell’Italia», l’uomo «sarà interrogato e accusato anche per la morte della figlia Saman». Nei confronti di Shabbar, del resto, c’è una richiesta di estradizione da parte dell’Italia. E proprio pochi giorni fa, i vertici dell’Interpol italiana avevano reso noto anche il mandato di arresto nazionale da parte del Pakistan. Oltre che quello internazionale già spiccato da tempo dai servizi di cooperazione e polizia.

Saman, vittima di un complotto di famiglia e della ferocia dei suoi

Il padre e la madre erano tornati nel loro Paese, subito dopo la scomparsa della figlia. E nell’immediatezza della fuga, l’Interpol aveva spiccato un mandato di cattura. Da allora, gli inquirenti italiani non hanno mai smesso di cercare Saman. Di indagare sulla sua scomparsa. Di arrestare, uno alla volta, i familiari della giovane di cui, un mese dopo la scomparsa, il padre confessò il delitto nel corso di una telefonata a un parente in Italia. «Ho ucciso mia figlia», aveva affermato Shabbar Abbas l’8 giugno 2021, quando ormai era fuggito con la moglie in Pakistan. La conversazione è agli atti del processo che inizierà a febbraio. Esattamente il 10 febbraio: perché sia Shabbar Abbas che la moglie – che finora hanno goduto della protezione di una fitta rete di familiari nella loro zona d’origine – sono stati rinviati a giudizio dal gup del tribunale di Reggio.

Con l’arresto del padre di Saman, l’unica latitante resta la madre Nazia

I genitori di Saman sono accusati in concorso di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere, in concorso con Danish Hasnain – lo zio di Saman, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio – e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Un delitto pianificato ed eseguito, secondo le autorità italiane, dopo il netto rifiuto che la ragazza ha opposto a un matrimonio combinato con un cugino in patria. Ma anche perché “colpevole”– secondo la famiglia – di voler vivere troppo all’occidentale e di essersi legata a un ragazzo “sbagliato” in quanto non scelto da loro. Ebbene, ora tutto il clan è chiamato a rispondere alla sbarra di quanto avvenuto. Ora, con Shabbar finito in manette come gli altri tre uomini della famiglia – già arrestati in diversi momenti nei mesi scorsi tra Spagna e Francia, dove si erano rifugiati – l’ultima latitante resta Nazia, l’enigmatica madre della povera Saman. E ora ci si aspetta l’estradizione.

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