Il Pd votò contro il condono di Conte, ma oggi ha paura a rinfacciarglielo. Ecco perché

29 Nov 2022 8:46 - di Michele Pezza
Conte

C’è qualcosa che non torna nello scaricabarile in atto sui condoni edilizi, drammaticamente tornati ala ribalta dopo la tragedia di Casamicciola, nell’isola d’Ischia. Non torna perché tra le voci polemiche sollevatesi contro Giuseppe Conte per la norma approvata dal suo governo nel 2018 spicca, assordante, il silenzio del Pd. Come mai? Stefano Folli, notista politico di Repubblica, correla il basso profilo dei dem alle elezioni regionali che si terranno (a febbraio?) nella Lombardia e nel Lazio. Sul tema delle alleanze nelle due regioni Conte fa il prezioso: a volte si concede, altre si ritrae.

Nel 2018 Conte era premier

E il Pd è lì che anela al suggello di un’intesa che ora sembra di là da venire. Nel frattempo, rinuncia persino a creare problemi all’oggetto del suo desiderio. Eppure, nel 2018 il Pd (allora a trazione Renzi) votò contro il condono di Conte. Ma non per questo oggi presenta il conto all’ex-premier, come appunto sta facendo Renzi. L’impressione è che Letta non voglia creare imbarazzi al potenziale alleato che, però, alleato ancora non è. Ne viene fuori una sorta di teatro dell’assurdo con il Pd che rinuncia a far politica in nome di una prospettiva che potrebbe aprirsi ma che, al contrario, potrebbe pure rivelarsi più ostica del previsto.

La debole accusa di Letta: «Norma sbagliata»

Risultato: la dinamica delle alleanze a sinistra risulta bloccata dall’indecisionismo del Pd. Di fronte al crescendo di polemiche chi ieri hanno investito il capo politico dei 5Stelle, Letta si è limitato a dire che quella norma «era sbagliata». Una sorta di minimo sindacale che suona, per l’appunto, rinuncia a mettere i piedi nel piatto e a richiamare Conte alle sue responsabilità. È come se i dem avessero paura di lacerare irrimediabilmente una tela che ritengono ancora possibile cucire. Può darsi che abbiano ragione. Ma, continuando così, potrebbe anche voler dire perdere ogni credibilità come forza politica in grado di parlare forte e chiaro ad avversari e ad alleati, quantunque potenziali.

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