“Il direttore” Beatrice Venezi: «Meloni ha mandato in tilt tutte le certezze della sinistra»

3 Nov 2022 10:47 - di Adriana De Conto
Besatrice Venezi Meloni

Beatrice Venezi non cade nel tranello. Intervistata dalla Stampa e appellata come “la direttrice d’orchestra più giovane d’Italia”, ribadisce gentilmente ma decisamente: «Il direttore, prego. Non mi sono mai venduta come la più giovane, ora non saprei e spero di essere riconosciuta per quel che faccio». Da poco direttore artistico di Taormina Arte, ora è al suo primo libro, L’ora di musica edito da Utet. Per la musica ha fatto grandi sacrifici, ama il suo mestiere e rivendica il suo legame con il presidente del consiglio: «Ci lega un rapporto di stima ed amicizia. Non mi vergogno di sostenere una donna che ha fatto la Storia diventando la prima donna premier».

Beatrice Venezi: “Il discorso di Giorgia Meloni è stato un evento storico”

Proprio per dedicarsi con tutta se stessa alla musica ha declinato la candidatura con FdI, ma il rapporto con Giorgia Meloni resta molto saldo: «Le ho sottoposto una serie di temi, come appunto la marginalità della cultura. Le varie amministrazioni non pongono sufficiente attenzione a un settore che può essere un volano del Paese. All’estero siamo famosi per la musica classica». Grande estimatrice del premier, a proposito del suo discorso afferma: «Me lo sono sentito tutto. Per me, ripeto, è stato un evento storico». Francesco Rigatelli la sfruguglia: Cosa ha pensato del passaggio sul fascismo? «Tutto quello che ha detto mi è sembrato di grande buon senso – ha risposto-.  E mi è dispiaciuto che, nonostante gli sforzi, abbia ricevuto critiche strumentali. Solo Cacciari ha riconosciuto i suoi passi avanti, segno che anche da sinistra si può guardare a lei senza pregiudizi».

Beatrice Venezi: “Meloni ha fatto saltare tutti gli schemi della sinistra”

Beatrice Venezi analizza nel corso del colloquio il cammino della destra nel quale si riconosce: «C’è stata un’evoluzione importante. Oltre al percorso storico, Meloni ha sovvertito gli schemi mandando in corto circuito le sicurezze della sinistra: si è affermata senza quote rosa, in un partito conservatore; e portando a votarla un popolo non tradizionalmente di destra». Dal punto di vista personale afferma: «Sono nata nel 1990, ho vissuto l’ultima parte di questa storia e mi riconosco nel conservatorismo». Di seguito la Venezi viene “tartassata” sulla ormai “vexata quaestio” dell’uso dell’articolo determinativo maschile: il direttore d’orchestra, il presidente del Consiglio. “No, non è una provocazione”,  taglia corto . Significa riconoscere il ruolo senza distinzioni di genere. Il rischio che io vedo per la mentalità italiana è che se Meloni fallisse si farebbe di tutta l’erba un fascio: “Era una donna”. Mentre non è così, è il merito del singolo che conta».

“Se l’Italia si basasse sul merito sarebbe una delle prime potenze mondiali”

Sull’altra questione su cui la sinistra si è accanita – il merito- risponde categorica: «Se l’Italia si basasse sul merito sarebbe una delle prime potenze mondiali. Si preferisce lo status quo alla valorizzazione dei migliori. Un insegnante assenteista per esempio è trattato al pari di uno che si impegna per i suoi allievi, mentre non devono essere considerati allo stesso livello». Parole che sono musica – è il caso di dire- per molti operatori scolastici non ideolgizzati.

“Non temo arretramenti sui diritti. L’utero in affitto è una barbarie”

E su un altro aspetto sostanziale la Venezi è tranquilla e invita ad abbandonare timori: il fronte dei diritti delle donne.  «Non temo nessun arretramento sui diritti delle donne, mentre penso si voglia aiutare chi non ha la possibilità di crescere figli». È favorevole al diritto all’aborto, ma precisa che ? «va data a ogni donna la possibilità di scegliere. La barbarie invece mi sembra l’utero in affitto». Ha le idee chiare il direttore d’orchestra: esiste a suo avviso un femminismo di destra, “se questo significa avere a cuore le nostre istanze fuori dalla retorica e dall’ideologia. Anche perché, dopo avere ottenuto divorzio e aborto, sulle retribuzioni siamo al palo da anni. È ora di cambiare strategia e badare al sodo».

Beatrice Venezi: “Ambasciatore, prego, non ambasciatrice”

La sua ambizione primaria è «Lasciare un segno nella musica e nella percezione del nostro patrimonio artistico». Un’ambasciatrice della musica italiana nel mondo?, chiede il cronista. Anche stavolta la Venezi lo “bacchetta”:  «Ambasciatore, e non solo nel mondo». E’ proiettata al futuro e alle possibilità virtuose offerte dalla modernità «Nel metaverso – specifica- . Intendo anche in Italia, nei piccoli comuni, tra di noi, nella socialità messa alla prova dai social network. Credo nella tecnologia al servizio dell’umano non viceversa per riportare la musica classica al grande pubblico».

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