Il condono di Conte scatena la guerra a sinistra. Fu Di Maio a volerlo: era una promessa elettorale agli ischitani

28 Nov 2022 15:54 - di Vittoria Belmonte
condono

La tragedia di Ischia diventa anche teatro di guerra politica. Sul banco degli imputati Giuseppe Conte, che introdusse un condono nelle misure urgenti per Genova dopo il crollo del Ponte Morandi. Era il 2018, e a spingere per quel provvedimento fu soprattutto Luigi Di Maio, oggi desaparecido politicamente ma all’epoca vicepremier. Conte ha cercato di negare, anziché chiarire le ragioni che lo indussero a tanto. Ed è stato un autogol.

Il Pd va all’attacco del M5S sul condono del 2018

Ne ha approfittato soprattutto il Pd che, con Carlo Cottarelli, attacca: “I fatti parlano. Quello fatto dal governo 5Stelle-Lega nel 2018 per Ischia fu l’ennesimo condono edilizio. Le carte parlano. Il testo della legge parla di condono. Non si può riscrivere la storia a piacere a seconda di come tira il vento. O siamo ancora al: ‘Questo lo dice lei?'”. Già, ma i primi a partire in quarta contro Conte sono stati i renziani, che hanno intasato la rete col video in cui Renzi in aula accusava: di abusivismo si muore.

Era Di Maio a fare pressioni per quella sanatoria

Ora si cerca di tirare in ballo la Lega, e persino Fratelli d’Italia, che votò quel decreto per le misure urgenti per Genova. Ma la responsabilità politica del condono, va ribadito, ricade per intero sul Movimento 5Stelle. Di Maio lo prometteva agli ischitani già nel 2013, quando in un convegno sull’isola si impegnava a ‘portare a Roma’ insieme al suo collega Tofalo, poi sottosegretario alla Difesa, una proposta di legge per la sanatoria. L’isola se lo aspettava: il M5S nel 2018 era primo partito, con il 32% dei voti.

L’ex cinquestelle Fattori: Di Maio volle fortemente il condono a Ischia

L’ex senatrice M5S Elena Fattori punta l’indice: “Conte dimostrerebbe maggiore dignità se ammettesse che in quel periodo (il 2018, ndr) non aveva tanta agibilità politica. Di Maio volle fortemente il condono a Ischia, la Lega i fanghi in agricoltura e il decreto sicurezza. E il gruppo parlamentare M5S era irretito, inesperto e spaventato dalle modalità dei capigruppo che non tolleravano discussioni o posizioni giustamente critiche rispetto a quelle che erano schifezze senza se e senza ma”.

L’ex cinquestelle Nugnes: i miei ex colleghi mi circondarono per farmi accettare il condono

“Nel 2018 subii pressioni per il mio no al condono a Ischia”, racconta all’Adnkronos l’ex senatrice del M5S Paola Nugnes. Ricordando il dibattito parlamentare che quattro anni fa accompagnò l’approvazione del decreto Genova, che conteneva una norma (l’articolo 25) sulla “definizione delle procedure di condono” a Ischia. L’ex pentastellata ricorda un episodio in particolare. “In Commissione fui circondata dai miei ex colleghi del Movimento. Avevo presentato un emendamento soppressivo, volevano indurmi a votare contro. Nessuno volle ascoltare le mie spiegazioni tecniche sulla gravità dell’articolo 25”.

L’allarme via Pec dell’ex sindaco di Casamicciola

Ma la politica entra nel dibattito sulla frana e le vittime anche per un allarme inascoltato: quello dell’ex sindaco di Casamicciola. Ne parla oggi Il Giornale in prima pagina: “Il 22 novembre, quattro giorni prima della tragedia, il sindaco della Città Metropolitana Gaetano Manfredi e il prefetto di Napoli Claudio Palomba sarebbero stati allertati con una Pec a firma dell’ingegnere Giuseppe Conte, ex sindaco di Casamicciola, dell’imminente pericolo. Pericolo che avrebbe investito anche l’ospedale dell’isola nella zona del vallone della Rita. Ma sarebbe stato praticamente impossibile intervenire per mettere in sicurezza il monte e gli alvei. L’unica cosa da fare sarebbe stata l’evacuazione”.

 

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