Milano, se la prendono pure coi morti: Vincenzo La Russa escluso dal Famedio

11 Ott 2022 19:24 - di Viola Longo
famedio

È stato avvocato, professore universitario, scrittore, dirigente di importanti aziende, tra le quali anche un ospedale, e, tra l’altro, senatore. Sempre al servizio della sua Milano. Ma il consiglio comunale non l’ha ritenuto degno di entrare nella lista delle personalità illustri che il prossimo 2 novembre saranno iscritte nel Famedio del Cimitero monumentale. Il suo nome è «divisivo» è stato detto quando FdI, su iniziativa del consigliere Andrea Mascaretti, ha presentato la candidatura di Vincenzo La Russa, fratello maggiore di Ignazio e Romano, che però il suo impegno politico lo ha speso sempre, unico della famiglia, nelle file centriste: prima della Dc e poi del Ccd.

Il giudizio della dem Buscemi: «Candidatura inopportuna e strumentale»

Dunque, a Milano l’hanno spuntata coloro che hanno sollevato polemiche incomprensibili intorno alla memoria di un uomo del quale non si capisce la natura “divisiva”, se non appellandosi a uno dei tanti riflessi pavloviani di cui è vittima la sinistra nostrana. «Penso che sia una candidatura inopportuna, strumentale e potenzialmente divisiva», ha detto la presidente del consiglio comunale, la dem Elena Buscemi, di fronte alle polemiche che nei giorni scorsi hanno bloccato i lavori della commissione consultiva del Comune competente sulla questione e che ha accolto, invece, le candidature del partigiano Carlo Smuraglia, dell’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida, del filosofo Salvatore Veca, di Riccardo Terzi, Alessandro Mendini e Franco Quadri e di Maria Nives Iannaccone, Valentina Crepax, Fernanda Enrica Leonia Vigo, Miranda Rossi, Valentina Cortese e Luisa Pronzato.

Sala se ne lava le mani: «Non so se sia divisivo, decide il consiglio»

«In un momento come questo si rischia di esporre il Famedio a contrapposizioni politiche che nulla hanno a che fare con il ricordo e la memoria», aveva aggiunto Buscemi, mentre il sindaco Giuseppe Sala ha assunto una posizione pilatesca. «Non so se quella di Vincenzo La Russa è una figura divisiva, anche pensando al suo passato politico. Però – aveva detto il sindaco –  lascerò decidere al Consiglio comunale come avviene per gli Ambrogini».

L’amarezza di Ignazio La Russa per l’esclusione di Vincenzo dal Famedio

Inevitabile, quindi, che la decisione sul Famedio lasci un certo senso di amaro in bocca e la netta sensazione che l’unico elemento “divisivo” di Vincenzo La Russa fosse il suo cognome. «Sono rimasto veramente scioccato dal fatto che una richiesta di questo genere sia messa in relazione al fatto politico attuale. Chi fa queste scelte se ne assuma la responsabilità», ha detto all’Adnkronos il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, ricordando alcuni degli importanti ruoli ricoperti dal fratello, scomparso a novembre dello scorso anno all’età di 83 anni. «Vincenzo – ha ricordato Ignazio La Russa – non era solo un politico, tra l’altro democristiano, ma era anche uno scrittore, un professore universitario, un presidente di ospedale».

«Vincenzo non ne farebbe una tragedia, ma io lo trovo un imbarbarimento»

Vincenzo, ha aggiunto Ignazio La Russa, «non ne farebbe una tragedia». Certo è che «questo modo di procedere, io lo trovo disarmante. Mi auguro, almeno, che nell’elenco non ci sia nessun altro politico o che abbia appartenenze di qualche genere». Oltretutto, ha ricorda il senatore di FdI, «in passato abbiamo dato il Famedio a una persona degnissima, che era un mio amico del Movimento Sociale, l’onorevole Franco Servello». «Non si capisce. Forse è proprio l’attualità politica, ma a me pare proprio un imbarbarimento», ha proseguito La Russa, spiegando che «ho sentito dire che sarà per l’anno prossimo. Vedremo. Così come non l’ho chiesto, così non mi metto a fare guerre. Certo è – ha concluso – che posso solo esprimere stupore».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *